“Anche il bambino concepito è uno di noi”
È stato un successo il Concerto per la Vita che, venerdì scorso, ha visto la partecipazione di centinaia di persone le quali hanno gremito l’auditorium Flaiano di Pescara assistendo allo show solidale, organizzato dal Movimento per la Vita Abruzzo, fortemente voluto per alimentare la raccolta firme della campagna “Uno di noi” che il movimento sta lanciando in tutta Europa. Dovranno essere un milione e provenire da almeno sette Stati dell’Unione le firme che consentiranno di depositare, presso il Parlamento europeo, la proposta di legge per normare definitivamente la recente sentenza, emessa dalla Corte di giustizia europea, che riconosce il diritto alla vita del bambino concepito e non ancora nato.
È questa la sfida che il Movimento per la Vita ha lanciato all’Italia e all’Europa, da promuovere con tutti i mezzi possibili partendo proprio da concerti come quello pescarese di venerdì sera, nel quale si sono esibiti dapprima i ragazzi diversamente abili di “Cantare suonando”, giunti da Trento e diretti dai maestri Marco Porcelli e Silvia Lucchini, che con la tastiera elettronica hanno suonato brani natalizi e non dimostrando, ad un pubblico stupito ed entusiasta, quelle che altrimenti resterebbero doti nascoste.
Un primo concerto, questo, che ha poi lasciato poi il posto alla grinta, alla passione e al pop-rock cristiano di Tony Nevoso, il cantautore pescarese già voce ufficiale dell’inno della Giornata mondiale della Gioventù di Roma del 2000 “Emmanuel” ed ora affermato ed apprezzato artista capace di tradurre storie di vita e di fede in musica e canzoni. Così anch’egli, accompagnato dalla sua talentuosa band, ha condotto il pubblico in sala in un viaggio interiore alla scoperta di valori e sentimenti, interpretando brani quali Animanà e Sentieri dell’anima e la hit Non c’è fallimento che Tony Nevoso ha cantato sul palco della Giornata mondiale della Gioventù di Madrid, nel 2011.
Ad intervallare i due momenti musicali, è quindi intervenuto l’onorevole Carlo Casini, di origine fiorentina nonché presidente nazionale del Movimento per la Vita dal 1990 e più volte eurodeputato. Attualmente è ancora componente dell’assise europea, dopo essere stato rieletto nel 2009 tra le file dell’Udc: una posizione chiave, quest’ultima, per condurre in porto la campagna “Uno di noi”. Un impegno che Carlo Casini ha raccontato a “Laporzione.it”.
Presidente, parliamo di questa vostra battaglia rivolta alla tutela del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale.
«E’ questa la madre di tutte le battaglie perché tutti i problemi etici, più o meno complessi, come l’obiezione di coscienza e i consultori familiari si riducono ad uno solo. Dobbiamo quindi porci la domanda relativa al principio di uguaglianza, ovvero se quest’ultimo valga veramente per tutti. E la risposta è sì, anche coloro che non parlano, che non contano, i più piccoli e poveri sono come noi, uno di noi».
Come sta andando la raccolta firme negli Stati dell’Unione Europea?
«L’Italia è in prima linea: l’idea è nata da noi e su di essa si sono alleati 20 Paesi. L’iniziativa sta prendendo slancio in questi primi giorni dell’anno perché finora abbiamo avuto una difficoltà pratica in quanto per la raccolta firme, avendo a disposizione il metodo cartaceo ed il sito web imposto dalla Commissione europea, www.oneofus.eu, è partito solo ora. Così, finora, ci siamo concentrati sul fare molta propaganda, in attesa di avere tutti gli strumenti a nostra disposizione. Adesso il tutto sta decollando e in Italia abbiamo la responsabilità di raggiungere subito un successo importante, in modo da dare l’esempio ai Paesi più timidi o intimiditi. Comunque, stiamo partendo bene».
In Europa, essendo lei un europarlamentare, com’è vista questa tematica e qual è la sua percezione sulla riuscita del progetto?
«Oggi come oggi le istituzioni europee, e in particolar modo il Parlamento europeo, sono dominate dalla cultura avversaria della vita. Ci sono le grandi lobbies internazionali che lavorano a favore dell’aborto, delle sperimentazioni sugli embrioni e ancora a favore dell’eutanasia e dei matrimoni omosessuali, ma credo che molto più delle élites lobbistiche conti la coscienza dei popoli. Il nostro intento è quello di far sorgere dai popoli un grido che riconosca il bambino concepito come uno di noi. Non è una cosa così difficile, dev’essere una cosa ovvia, istintiva, normale. Può darsi che questo grido, se sostenuto da molti milioni di adesioni, possa scuotere l’Europa e cambiare il corso della storia».
Cosa farete per raccogliere al meglio il milione di firme necessario?
«Dovremo propagandare molto, essere presenti ovunque. Abbiamo davanti a noi ancora molto tempo, fino a novembre prossimo, anche se vorrei che già a maggio avessimo quasi portato a termine l’iniziativa. Posizioneremo banchetti sulle strade, daremo vita a manifestazioni come quella appena svolta a Pescara, utilizzeremo gli spazi messi a disposizione dai giornali. Faremo tutto il possibile e conteremo soprattutto su quello che in campagna elettorale si chiama “porta a porta”, ovvero il passaggio di voce. E poi ci avvarremo sicuramente delle potenzialità di social network come Facebook e Twitter».
Presidente Casini, è possibile fare un bilancio di quanto ottenuto in materia di diritto alla vita, in Italia, dall’operato degli ultimi governi?
«Lo sguardo retrospettivo è abbastanza triste e l’episodio più rilevante che l’ha confermato è indubbiamente la famosa legge sul fine vita, quella che hanno cominciato ad elaborare dopo la morte di Eluana Englaro: è arrivata sulla soglia del Parlamento per il voto finale, ma è stata fermata dalla politica per la paura di mettere in crisi il Governo. Il contesto non è molto incoraggiante, ma noi siamo uomini di speranza e guardiamo al futuro».
A proposito di futuro: quali risultati vorreste ottenere dal prossimo Governo che guiderà il nostro Paese, a prescindere dal suo colore politico?
«Abbiamo delle richieste specifiche a livello di politica nazionale, poi ci sono quelle di ambito regionale e comunale. Ma come movimento per la vita, abbiamo due richieste sulle quali insistiamo da tempo. La prima è la stessa che chiediamo all’Europa, auspicando che avvenga già in Italia: il riconoscimento dell’umanità piena di ogni bambino appena concepito. Questa richiesta, quindi, la formuliamo in termini legali come modifica dell’articolo 1 del Codice Civile dove attualmente è scritto che la capacità giuridica, ovvero l’essere riconosciuti come soggetti nell’ordinamento giuridico, inizia dalla nascita mentre noi vorremmo che arrivasse dal concepimento. La seconda richiesta è, invece, relativa alla riforma dei consultori familiari i quali dovrebbero diventare i luoghi nei quali davvero, nella libertà di scelta che la legge stabilisce, lo Stato dimostri fattivamente e operosamente di scegliere la vita».
Infine presidente, come vede il Movimento per la Vita in Abruzzo?
«Ho abbastanza simpatia per l’Abruzzo e per quanto concerne il Movimento per la Vita, la realtà che conosco di più, vedo un dinamismo esemplare».