“Il Signore mi chiama a salire sul monte”
«Grazie per il vostro affetto». Con queste parole, ieri mattina, Benedetto XVI ha esordito nel suo ultimo Angelus prima di lasciare il ministero petrino. Così, circondato dall’abbraccio di oltre centomila persone che hanno riempito piazza San Pietro e l’inizio di via della Conciliazione, il Papa, meditando sul brano del Vangelo di Luca dedicato alla Trasfigurazione sul Monte Tabor, ha affermato che possiamo trarre un insegnamento molto importante partendo dal primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo: «Nella Quaresima – ha esortato il Pontefice – impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale».
Perché la preghiera, a detta del Santo Padre, non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione: «L’esistenza cristiana – ha ricordato Benedetto XVI, richiamando un passaggio del suo Messaggio per la Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio».
Una Parola di Dio che il Papa, interrotto più volte dagli applausi della folla, ha ammesso di sentire particolarmente vicina alla sua persona, in questo momento della sua vita: «Il Signore mi chiama a “salire sul monte” – ha spiegato Papa Benedetto XVI ai fedeli – a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze». L’Angelus si è quindi concluso con l’invocazione dell’intercessione della Vergine Maria: «Lei – ha concluso il Sommo Pontefice – ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa».