“Portate il Vangelo fino agli estremi confini della terra”
«In questi giorni abbiamo avvertito quasi sensibilmente l’affetto e la solidarietà della Chiesa universale, come anche l’attenzione di tante persone che, pur non condividendo la nostra fede, guardano con rispetto e ammirazione alla Chiesa e alla Santa Sede». Con queste parole Papa Francesco, entrando oggi nella Sala Clementina e dopo essersi seduto sul trono al centro della sala, si è rivolto ai suoi fratelli cardinali descrivendo questo periodo come carico di significato non solo per il Collegio cardinalizio, ma anche per tutti i fedeli: «Da ogni angolo della terra – ha condiviso il Papa – si è innalzata fervida e corale la preghiera del popolo cristiano per il nuovo Papa, e carico di emozione è stato il mio primo incontro con la folla assiepata in Piazza San Pietro. Con quella suggestiva immagine del popolo orante e gioioso ancora impressa nella mia mente, esprimo la mia sincera riconoscenza ai vescovi, ai sacerdoti, alle persone consacrate, ai giovani, alle famiglie, agli anziani per la loro vicinanza spirituale, così toccante e fervorosa». Il Santo Padre ha poi ringraziato direttamente il Collegio cardinalizio: «Sento il bisogno – ha aggiunto Papa Francesco – di esprimere la mia più viva e profonda gratitudine a tutti voi, venerati e cari fratelli cardinali per la sollecita collaborazione alla conduzione della Chiesa durante la Sede Vacante».
A ciascuno il Pontefice ha rivolto un cordiale saluto, iniziando dal decano del Collegio cardinalizio Angelo Sodano, che ha ringraziato per le espressioni di devozione e per i fervidi auguri rivoltigli a nome degli altri porporati, e dal camerlengo di Santa Romana Chiesa cardinale Tarcisio Bertone, per la sua premurosa opera in questa delicata fase di transizione: «Il mio pensiero – ha proseguito il Papa – va con particolare affetto ai venerati cardinali che, a causa dell’età o della malattia, hanno assicurato la loro partecipazione e il loro amore alla Chiesa attraverso l’offerta della sofferenza e della preghiera». A questo punto, abbandonando il discorso protocollare, il Santo Padre ha informato il Collegio che il cardinale Jorge Maria Mejia ha avuto un infarto, essendo così stato ricoverato presso la clinica Pio XI, il quale non ha però compromesso il suo stato di salute globale.
Successivamente Francesco ha esteso il suo grazie a quanti, nelle diverse mansioni, si sono adoperati attivamente nella preparazione e nello svolgimento del Conclave, assicurando la sicurezza e la tranquillità dei cardinali in questo periodo così importante per la vita della Chiesa. Un’ampia parte del discorso, è stato quindi riservato al Pontefice che l’ha preceduto: «Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine – ha affermato il Santo Padre – rivolgo al mio venerato Predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il suo magistero, la sua bontà, la sua guida, la Sua fede, che rimarranno un patrimonio spirituale per tutti».
È dunque la seconda volta, dopo averlo fatto affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni, che Papa Francesco ha rivolto un pensiero a Benedetto XVI: «Il ministero petrino, vissuto con totale dedizione, – ha proseguito – ha avuto in Lui un interprete sapiente e umile, con lo sguardo sempre fisso a Cristo risorto, presente e vivo nell’Eucaristia. Lo accompagneranno sempre la nostra fervida preghiera, il nostro incessante ricordo, la nostra imperitura e affettuosa riconoscenza. Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla Sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario».
Quindi il Pontefice, è tornato a rivolgersi ai cardinali sollecitandoli a rinnovare il proprio impegno pastorale: «Non cediamo mai al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra, ricordando che la verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini».
Un annuncio, quest’ultimo, che resta valido oggi come lo fu all’inizio del Cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo. Ma anche questo invito, rivolto da Papa Francesco, è ancora da ricollegare all’esempio del Papa emerito: «Come ci ha ricordato tante volte nei suoi insegnamenti – ha sottolineato il neoeletto Pontefice – e, da ultimo, con quel gesto coraggioso e umile, il Papa Benedetto XVI è Cristo che guida la Chiesa per mezzo del suo Spirito. Lo Spirito Santo è l’anima della Chiesa con la sua forza vivificante e unificante: di molti fa un corpo solo, il Corpo mistico di Cristo». E allo Spirito Santo, il Santo Padre ha dedicato un altro fuori programma, dopo quello dedicato ai cardinali. Infatti, dopo aver citato la cordialità e la reciproca conoscenza dei vescovi in questi giorni di Conclave, il Papa ha commentato: «È buono, perché noi siamo fratelli, i cardinali sono i preti del Santo Padre. Questa comunità, amicizia, vicinanza, ci farà bene a tutti».
Poi l’aggiunta a braccio sullo Spirito Santo, che fa tutte le differenze nella Chiesa, ma dall’altra parte è quello che fa l’unità delle differenze, non nella “ugualità” ma nella armonia: «Tornerete ora nelle rispettive sedi – ha osservato Papa Francesco – per continuare il vostro ministero, arricchiti dall’esperienza di questi giorni, così carichi di fede e di comunione ecclesiale. Tale esperienza unica e incomparabile, ci ha permesso di cogliere in profondità tutta la bellezza della realtà ecclesiale, che è un riverbero del fulgore di Cristo Risorto, rafforzando il nostro impegno ad essere sapienti testimoni di speranza e di pace». Prima della benedizione finale, il Papa ha affidato il suo ministero, come pure le attese e le speranze di tutto il popolo di Dio, alla potente intercessione di Maria Madre della Chiesa: «Sotto il suo sguardo materno – ha invocato congedandosi Francesco – ciascuno di voi possa camminare lieto e docile alla voce del suo Figlio divino, rafforzando l’unità, perseverando concordemente nella preghiera e testimoniando la genuina fede nella presenza continua del Signore».