Siria: “Una catastrofe umanitaria senza precedenti”
Il numero totale di persone colpite dalla guerra civile in Siria che hanno bisogno di aiuto si sta avvicinando a 9 milioni, quasi la metà di tutta la popolazione del Paese: «La guerra civile siriana ha creato una catastrofe umanitaria senza paragoni rispetto in questo decennio – ha rilevato Kristalina Georgieva, commissaria Ue per gli aiuti umanitari, facendo il punto della situazione – e i bambini rappresentano più della metà delle vittime».
L‘Unione europea ha finora erogato quasi 1,8 miliardi di euro per rispondere alle esigenze umanitarie in Siria, raggiungendo fino all’80 % della popolazione colpita dalla crisi e portando risultati concreti e tangibili: «Si tratta – ha aggiunto la commissaria – di un dato importante se si pensa che sono oltre 7 milioni le persone direttamente colpite dalla crisi, alle quali sono stati forniti alloggi temporanei, set da cucina, coperte, stufe, carburante, indispensabili visto il sopraggiungere dell’inverno. Almeno 4,6 milioni di persone colpite dalla crisi in Siria, Giordania, Libano e Iraq stanno, inoltre, ricevendo assistenza alimentare, come ad esempio razioni di cibo, buoni alimentari, o assistenza contante.
L’Unione europea, inoltre, di fronte a questa crisi sta facendo grandi sforzi per aiutare ad assicurare l’istruzione tra i più giovani: «Almeno 780mila bambini – ha precisato Stefan Fule, commissario responsabile per la politica di vicinato dell‘Unione europea – in Siria, Turchia, Giordania e Libano e in molti campi profughi e sfollati, ricevono l‘istruzione scolastica che nel 2014 sarà garantita ad altri 1,8 milioni di alunni». Inoltre, più di 10 mila insegnanti sono stati formati per prestare un supporto psico-sociale, e ne seguiranno altri 4 mila nel 2014.
Tale supporto è stato garantito non solo ai bambini, ma anche alle donne vittime di violenza. In base ai dati della Commissione europea, inoltre, sono 85 le organizzazioni locali della società civile che forniscono servizi alla popolazione sfollata sia in Siria che nei Paesi limitrofi per migliorare la capacità di resilienza (resistenza, ndr) delle comunità locali. L’Unione europea, infine, supporta 400 attivisti, blogger e giornalisti per promuovere la coesione sociale e per garantire che i siriani possano essere in grado di accedere alle informazioni libere e indipendenti per quanto riguarda la crisi.