Uecoop: “Oltre 51 mila i senzatetto a rischio freddo in Italia”
"Il crollo delle temperature – spiega l’Uecoop - sta creando una situazione ad alto rischio per chi non ha una casa o un rifugio, dai clochard ai ragazzi sbandati, dagli anziani ai padri separati e magari disoccupati che non hanno più le risorse per pagarsi una abitazione. Più di 8 senzatetto su 10 sono maschi e in oltre la metà dei casi si tratta di stranieri"

«Sono oltre 51mila i senzatetto a rischio freddo in Italia con sistemazioni precarie sui marciapiedi, nelle stazioni e sotto i portici delle città e per i quali l’unica speranza sono i servizi di assistenza dei comuni, le associazioni di volontariato e le cooperative sociali che si occupano delle fasce più disagiate».
Lo ha reso noto l’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in occasione dell’ultima ondata di maltempo e gelo siberiano che, durante il fine settimana, ha sferzato l’Italia da Nord a Sud: «Il crollo delle temperature – spiega l’Uecoop – sta creando una situazione ad alto rischio per chi non ha una casa o un rifugio, dai clochard ai ragazzi sbandati, dagli anziani ai padri separati e magari disoccupati che non hanno più le risorse per pagarsi una abitazione. Più di 8 senzatetto su 10 sono maschi e in oltre la metà dei casi si tratta di stranieri, secondo l’Istat. Dall’inizio dell’inverno già una decina di morti in Italia con un allarme generale per la situazione dei senzatetto».
La condizione dei senza fissa dimora si inserisce, purtroppo, in un quadro di disagio sociale che anche nel nostro Paese si sta ampliando in seguito della pandemia di Covid-19, con 5 milioni di persone che vivono in miseria, con 1,4 milioni di persone ultrasessantacinquenni che non possono pagarsi un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento e con l’emergenza sanitaria che ha colpito i redditi di quasi 1 famiglia italiana su 2 (46%), in base all’indagine compiuta da Uecoop sui dati di Eurobarometro: «A fronte di situazioni di disagio sempre più ampie – conclude l’Unione europea delle cooperative – emerge la necessità di un maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale. In questo scenario, risulta strategico potenziare un sistema di welfare che valorizzi la parte più avanzata quel mondo cooperativo per affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico, dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione».