“La famiglia è il centro naturale della vita umana”

«La famiglia è una comunità di vita che ha una sua consistenza autonoma… È il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole». Lo ha detto Papa Francesco ieri in Vaticano, ricevendo in udienza i partecipanti alla ventunesima assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della famiglia, che stanno riflettendo sui nuovi orizzonti antropologici che incidono a vari livelli sulla vita familiare, in vista della Giornata della famiglia che si celebrerà domani: «Si potrebbe dire, senza esagerare – ha aggiunto il Papa – che la famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa».
Papa Francesco ha poi particolarmente insistito sul compito formativo della famiglia, affermando che essa è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell’intimità, dove si apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale: «Nella famiglia – spiega il Santo Padre – la persona prende coscienza della propria dignità e, specialmente se l’educazione è cristiana, riconosce la dignità di ogni singola persona, in modo particolare di quella malata, debole, emarginata». Dopo aver notato che nella società attuale la “comunità-famiglia” chiede di essere riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali, il Papa ha richiamato la Carta dei diritti della famiglia, presentata il 22 ottobre di trent’anni fa, come frutto del Sinodo dei vescovi sulla famiglia del 1980: «La famiglia – ha sottolineato il Pontefice – si fonda sul matrimonio. Attraverso un atto d’amore libero e fedele, gli sposi cristiani testimoniano che il matrimonio, in quanto sacramento, è la base su cui si fonda la famiglia e rende più solida l’unione dei coniugi e il loro reciproco donarsi. Nel matrimonio ci si dona completamente senza calcoli né riserve, condividendo tutto, doni e rinunce, confidando nella Provvidenza di Dio. È questa l’esperienza che i giovani possono imparare dai genitori e dai nonni. È un’esperienza di fede in Dio e di fiducia reciproca, di libertà profonda, di santità, perché la santità suppone il donarsi con fedeltà e sacrificio ogni giorno della vita».
Papa Francesco ha quindi toccato un tema lui molto caro, quello dei bambini e degli anziani che, a suo dire, rappresentano i due poli della vita e anche i più vulnerabili, spesso i più dimenticati: «Una società che abbandona i bambini e che emargina gli anziani – avverte Papa Bergoglio – recide le sue radici e oscura il suo futuro. Ogni volta che un bambino è abbandonato e un anziano emarginato, si compie non solo un atto d’ingiustizia, ma si sancisce anche il fallimento di quella società. La Chiesa che si prende cura dei bambini e degli anziani, diventa la madre delle generazioni dei credenti e, nello stesso tempo, serve la società umana perché uno spirito di amore, di familiarità e di solidarietà aiuti tutti a riscoprire la paternità e la maternità di Dio».
Concludendo quindi il suo discorso, il Papa ha sottolineato che la “buona notizia” della famiglia è una parte molto importante dell’evangelizzazione, che i cristiani possono comunicare a tutti con la testimonianza della vita: «E già lo fanno – ha confermato il Papa -, questo è evidente nelle società secolarizzate: le famiglie veramente cristiane si riconoscono dalla fedeltà, dalla pazienza, dall’apertura alla vita, dal rispetto degli anziani». Il Papa ha inoltre invitato a proporre a tutti la bellezza del matrimonio e della famiglia illuminati dal Vangelo, avvicinandosi alle famiglie in difficoltà, a quelle che sono costrette a lasciare la loro terra, che sono spezzate, che non hanno casa o lavoro, o per tanti motivi sono sofferenti. Ai coniugi in crisi e a quelli ormai separati: «A tutti – conclude Papa Francesco – vogliamo stare vicino».