“L’Europa deve investire di più nella scuola”
«La situazione socioeconomica degli studenti incide in modo significativo sul livello di rendimento: quelli che provengono da famiglie a basso reddito hanno molte più probabilità di avere risultati insoddisfacenti in matematica, scienze e lettura». È stata questa una delle constatazioni fatte dalla Commissione europea, commentando i risultati dell’indagine Ocse sulle competenze dei quindicenni europei e degli altri Paesi appartenenti all’organizzazione, presentati a Bruxelles.
Oltre alla classifica per nazioni, il Rapporto (denominato “Pisa”) mette in luce i fattori determinanti, sul piano sociale e culturale, che influiscono sulla preparazione degli adolescenti fra i quali figurano gli effetti negativi dell’appartenenza ad un contesto migratorio, l’importanza di ricevere una istruzione e una assistenza di qualità dalla prima infanzia: «L’Unione Europea – si legge nel Rapporto, tenuto conto che i Paesi monitorati sono oltre 60 – nel suo complesso è in forte ritardo per quanto concerne la matematica, mentre la situazione è più incoraggiante per scienze e lettura».
La situazione è però ben differente tra i singoli Paesi dell’Unione. I risultati dell’indagine, infatti, indicano che dal 2009 dieci Stati membri, fra i quali Bulgaria, Germania, Ungheria, Polonia e Romania, hanno compiuto progressi significativi nel ridurre la percentuale dei giovani con capacità insoddisfacenti belle tre competenze base. Al contrario cinque Paesi, tra i quali Slovacchia e Svezia, hanno tuttavia visto un aumento del numero di allievi scarsamente preparati.
Il rendimento dei quindicenni europei, quindi, complessivamente è lievemente migliore rispetto a quello degli Stati Uniti, ma entrambi rimangono indietro al Giappone: «Gli Stati dell’Unione Europea – osserva Androulla Vassiliou, commissaria europea all’Istruzione – devono continuare a dedicare energie alla lotta contro lo scarso rendimento nell’istruzione, per far sì che i giovani conseguano le competenze di cui hanno bisogno per riuscire nel mondo moderno. Questi risultati, ci ricordano che investire in un’istruzione di qualità è fondamentale per il futuro dell’Europa».
A margine, è tornata ed esprimersi la stessa Ocse: «In un’economia globale – conclude Yves Leterme, segretario generale aggiunto dell’Ocse – il successo non è più misurato esclusivamente in base agli standard nazionali, bensì rispetto ai sistemi di istruzione che vantano i risultati migliori. I dati relativi all’Ue sottolineano che gli Stati membri devono accelerare il miglioramento, se vogliono evitare di restare indietro rispetto ad altre economie».