Anziani italiani immigrati irregolari in Moldavia
«Le donne moldave che assistono gli anziani in Italia ora si portano il lavoro a casa». È un po’ brutale don Cesare Lodeserto, vicario di Chisinau (la capitale moldava, ndr), nel descrivere questo nuovo e insolito fenomeno che sta accadendo in Moldavia: a causa della crisi molti anziani italiani rimasti soli vanno a vivere gli ultimi anni della loro esistenza con le assistenti familiari – comunemente ma impropriamente chiamate “badanti” – che rientrano in Moldavia. Non senza conseguenze: gli anziani ad un certo punto diventano irregolari, con problemi annessi e connessi. I moldavi in Italia sono circa 200mila, di cui 115mila con passaporto moldavo, gli altri con passaporto bulgaro, romeno o polacco. Il 25% della popolazione moldava è emigrato all’estero.
Il 68% sono donne: «A causa della crisi – racconta il sacerdote – molti anziani italiani che rimangono soli si trovano a dover rinunciare all’assistenza. Dall’altra parte le donne moldave, consapevoli che la pensione di un anziano può essere un buon reddito in Moldavia, stanno facendo la proposta di portarli con sé, a casa loro. Noi seguiamo diversi anziani che hanno lasciato la propria terra: molte volte vendono i beni per terminare la vita accanto alla badante, alla quale sono grati per il servizio. Però c’è un problema: l’anziano italiano in Moldavia rimarrà irregolare – precisa don Lodeserto -, perché non esiste il permesso di soggiorno per anzianità o per altro motivo. Entrano con semplice passaporto, senza richiedere il visto e possono rimanere per 90 giorni o sei mesi. Però di fatto non escono più. Purtroppo questo porta ad altri fenomeni da noi non condivisi, come i finti matrimoni con figli, vicini o parenti».
Essendo irregolari è difficile fare una stima del fenomeno, che secondo il presbitero è sicuramente in crescita: «Di fatto – spiega il vicario di Chisinau – l’anziano rimane chiuso in una tranquilla casetta riscaldata, in un paesino o villaggio moldavo: certamente senza tutti i servizi che potrebbe avere in Europa, ma con una donna che se ne prende cura. Una nonnina italiana di 99 anni, seduta nella sedia a ruote, mi chiama ogni primo venerdì del mese per avere la comunione. Purtroppo la crisi sta generando tante situazioni di questo tipo.
Inoltre, queste persone prima o poi avranno dei problemi con la riscossione della pensione, nel momento in cui lo Stato italiano saprà che la pensione è riscossa in modo non chiaro. Saranno chiesti una serie di documenti come la certificazione dell’esistenza in vita e ci sarà l’emersione di una situazione che andrà in qualche modo sanata». Sul rischio di manipolazioni, infine, don Lodeserto dice che in genere l’anziano sceglie volontariamente, ma alcuni casi possono essere sicuramente a rischio.