“Senza la fraternità è impossibile costruire la pace”
«Senza fraternità è impossibile costruire una società giusta e una pace solida e duratura». Lo ha affermato ieri Papa Francesco nel suo primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Il tema del documento è “Fraternità, fondamento e via per la pace”.
Il Papa ha lanciato anche un appello deciso rivolto a quanti seminano violenza e morte rinuncino alla via delle armi e una denuncia contro la corruzione e il crimine organizzato: «Rinunciate alla via della armi e andate incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi. Riscoprite in colui che oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e fermate la mano!».
Dal Papa, che confida dunque in una conversione dei cuori, è giunto anche un forte appello per il disarmo da parte di tutti, a cominciare dal disarmo nucleare e chimico: «Anche perché – osserva il Santo Padre, con amarezza – finché ci sarà una così grande quantità di armamenti in circolazione, si potranno sempre trovare nuovi pretesti per avviare le ostilità».
Alla base del messaggio papale c’è quindi il tema della fraternità, inteso come dimensione essenziale dell’uomo, senza la quale diventa impossibile la costruzione di una società giusta e di una pace solida e duratura: «Una fraternità priva del riferimento ad un Padre comune – precisa il Pontefice -, quale suo fondamento ultimo, non riesce a sussistere. Una vera fraternità tra gli uomini, suppone ed esige una paternità trascendente». La radice della fraternità, si legge ancora nel messaggio, è contenuta nella paternità di Dio, una paternità generatrice di fraternità che trasforma la nostra esistenza. In tal senso, il Papa indica come il racconto di Caino e Abele insegni che l’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma anche la possibilità drammatica del suo tradimento.
Il Papa sottolinea, dunque, che questa vocazione alla fraternità è oggi spesso contrastata dalla globalizzazione dell’indifferenza, che ci fa lentamente abituare alla sofferenza dell’altro chiudendoci in noi stessi: «Del resto – riflette Papa Bergoglio – alle guerre fatte di scontri armati si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese».
Francesco cita la Populorum Progessio di Paolo VI e la Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II per sostenere che non solo le persone, ma anche le nazioni debbono incontrarsi in uno spirito di fraternità, aggiungendo che la pace è un bene indivisibile. O è bene di tutti o non lo è di nessuno: «La fraternità – afferma Papa Francesco -, è la via maestra anche per sconfiggere la povertà. Al tempo stesso, servono anche politiche efficaci che promuovono il principio della fraternità, assicurando alle persone di accedere ai capitali e alle risorse. Così come si ravvisa la necessità di politiche che servano ad attenuare una eccessiva sperequazione del reddito».
Il Papa si è soffermato sull’attuale crisi economico-finanziaria, indicandone l’origine nel progressivo allontanamento dell’uomo da Dio e dal prossimo, nella ricerca avida di beni materiali e nel depauperamento delle relazioni interpersonali e comunitarie: «Il succedersi delle crisi economiche – rilancia il Santo Padre – deve portare agli opportuni ripensamenti dei modelli di sviluppo economico e a un cambiamento negli stili di vita. Anzi, la crisi odierna può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza. L’uomo, è capace di qualcosa in più rispetto alla massimizzazione del proprio interesse individuale».
Papa Francesco ha denunciato, inoltre, con forza la corruzione e il crimine organizzato: «Una comunità politica – il suo monito – deve agire in modo trasparente e responsabile, per generare la pace sociale. I cittadini, devono sentirsi rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà. Invece, spesso tra cittadino e istituzioni si incuneano interessi di parte che deformano una tale relazione, propiziando la creazione di un clima perenne di conflitto». Papa Francesco, non manca poi di stigmatizzare l’egoismo che, a suo dire, si sviluppa socialmente sia nelle molte forme di corruzione, oggi così capillarmente diffuse, sia nella formazione delle organizzazioni criminali, dai piccoli gruppi a quelli organizzati su scala globale: «Queste organizzazioni – avverte il Pontefice -, offendono gravemente Dio, nuocciono ai fratelli e danneggiano il creato, tanto più quando hanno connotazioni religiose».
Il Papa ha ancora elencato alcuni drammi del nostro tempo come la droga, lo sfruttamento del lavoro, l’abominio del traffico di essere umani e gli abusi contro i minori. E ha dedicato un pensiero speciale anche alle condizioni inumane di tante carceri: «Dove il detenuto – ha riconosciuto il Papa – è spesso ridotto in uno stato sub-umano e viene violato nella sua dignità di uomo». L’ultimo paragrafo del Messaggio, è dedicato alla custodia della natura: «Anche qui – scrive – serve la fraternità perché siamo spesso guidati dall’avidità, dalla superbia del dominare e non consideriamo la natura come un dono gratuito da mettere a servizio dei fratelli».
Il Pontefice rinnova dunque l’appello contro lo scandalo della fame nel mondo: «É un dovere cogente – conclude il Papa – che si utilizzino le risorse della terra in modo che tutti siano liberi dalla fame». Il Messaggio, che è stato firmato l’8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione, si chiude con un’invocazione a Maria affinché “ci aiuti a comprendere e a vivere tutti i giorni la fraternità che sgorga dal cuore del suo Figlio, per portare pace ad ogni uomo su questa nostra amata terra”.