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“L’unzione degli infermi non è un tabù”

Lo ha sottolineato Papa Francesco, stamani in piazza San Pietro, dedicando l’udienza del mercoledì ad una catechesi sul sacramento dell’unzione degli infermi

Papa Francesco

«Non pensare che l’unzione degli infermi sia un tabù». È stato questo l’invito rivolto stamani da Papa Francesco ai 30 mila fedeli, che hanno affollato piazza San Pietro per assistere all’udienza generale del mercoledì dedicata al sacramento dell’unzione degli infermi, da considerare una prassi già in atto al tempo degli apostoli la quale ci permette di toccare con mano la compassione di Dio per l’uomo, aiutandoci ad allargare lo sguardo all’esperienza della malattia e della sofferenza, nell’orizzonte della misericordia di Dio: «È bello sapere – spiega il Papa, riferendosi alla presenza del sacerdote e di coloro che sono presenti durante l’amministrazione di questo sacramento – che nel momento del dolore e della malattia non siamo soli, ma la persona sofferente viene affidata a un albergatore affinché possa continuare a prendersi cura di lei, senza badare a spese. Chi è questo albergatore? – si chiede il Pontefice -: È la Chiesa, la comunità cristiana, siamo noi ai quali ogni giorno il Signore Gesù affida coloro che sono afflitti, nel corpo e nello spirito, perché possiamo continuare a riversare su di loro, senza misura, tutta la sua misericordia e la sua salvezza. Come fa Gesù che, attraverso l’unzione degli infermi, ci prende per mano e ci carezza, dandoci sollievo e pace».

I fedeli in piazza San Pietro

Un sacramento sul cui ricorso, il Papa ha voluto interrogare direttamente la folla: «Abbiamo questa abitudine – interroga il Santo Padre – a chiamare il sacerdote perché ai nostri malati e anziani, venga e dia questo sacramento, questo conforto, dia la forza di Gesù per andare avanti?». Proprio con questa domanda, pronunciata a braccio, Papa Francesco ha concluso la consueta catechesi precisando che l’unzione degli infermi può essere amministrata al malato, ma anche all’anziano, ad ogni anziano: «Certo – chiarisce Papa Bergoglio – non per un’influenza, che dura tre o quattro giorni, ma per una malattia seria. Ogni persona che ha più di 65 anni, può ricevere questo sacramento di Gesù che si avvicina al malato e all’anziano. Si chiede l’unzione degli infermi non per la ricerca ossessiva del miracolo o della guarigione, ma per avere la sicurezza della vicinanza di Gesù nel momento della sofferenza».

Peccato che, intorno a questo sacramento, esistano diversi luoghi comuni che Papa Francesco ha voluto stigmatizzare: «Chiamiamo il prete, il sacerdote? – chiede ironicamente il Pontefice -: No, porta mala fortuna o poi si spaventa il malato. C’è l’idea che quando c’è il malato e arriva il sacerdote, dopo di lui arriva la pompa funebre. Non è vero! Il Signore viene per aiutare il malato, per aiutare l’anziano. È tanto importante la visita del sacerdote, per dare forza, speranza, per aiutare, per perdonare i peccati». Al termine dell’udienza, il Pontefice ha quindi invocato il ritorno della Pace in Venezuela e pregato per i pazienti affetti da malattie rare, ed i loro familiari, in occasione della giornata di venerdì loro dedicata.

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Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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