La festa di San Cetteo torna d’estate
La festa di San Cetteo cambia sul calendario, anzi raddoppia, tornando a celebrarsi d’estate ogni primo fine settimana di luglio a partire da quest’anno. Insomma venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 luglio prossimi i cittadini pescaresi potranno tornare a festeggiare in grande stile il proprio patrono, sfruttando a pieno le ferie e le lunghe giornate estive.
Lo ha comunicato lunedì sera alla piacevolmente sorpresa comunità parrocchiale, a margine di un incontro culturale, l’abate della Cattedrale di San Cetteo don Francesco Santuccione: «La solennità liturgica – precisa il presbitero – ricorrerà sempre, da calendario, il 10 ottobre quando comunque celebreremo una liturgia eucaristica in onore del patrono, ma sposteremo i festeggiamenti d’estate, dando più spazio alla devozione popolare che avrà a disposizione un programma più ampio di eventi, come si faceva un tempo».
Infatti, almeno fino all’avvento dell’arcivescovo Iannucci alla guida dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, la festa di San Cetteo è stata sempre svolta ogni terza domenica di agosto: «Data oggi improponibile – spiega l’abate Santuccione – perché coinciderebbe con il picco massimo delle ferie estive e poi, cozzerebbe con altre festività». Ma al di là delle date, la notizia assume un valore straordinario per la cittadinanza, specie per i più giovani, che potrà finalmente riscoprire gli antichi fasti di una Pescara da belle époque che fu, almeno fino alle bombe cadute durante la seconda guerra mondiale prima ed alla successiva apertura al traffico di piazza Garibaldi, nei primi anni ’60, che hanno contribuito ad abbassare il tono di una festa ormai soffocata dal traffico di una Portanuova cambiata troppo e, forse, troppo in fretta.
Invece, scorrendo le foto dei collezionisti, è possibile ricostruire la memoria di una Pescara che si fermava per celebrare San Cetteo: vescovo di Amiterno nel VII secolo, che morì da martire gettato con una pietra al collo nelle acque del fiume Aterno (poi Pescara) dai dominatori longobardi che lo accusavano di tradimento il cui corpo, successivamente, venne ritrovato alla foce del fiume divenendo poi patrono del borgo di Pescara. E proprio il fiume, all’epoca, era il teatro principale di festeggiamenti da tutti definiti colossali. Dalle barche sul fiume, quando la domenica la processione del santo giungeva sul ponte di ferro, venivano sparati i mortaretti e ancora sul fiume i giovani si sfidavano sull’albero della cuccagna o nella corsa dei battelli a remi, che vedeva contrapposte le marinerie nord e sud, per non parlare dei fuochi d’artificio.
E poi le migliori bande musicali ed i migliori circhi, come il Barnum, si esibivano in città. Tornando ad oggi, non è ancora dato sapere quale sarà il programma della prossima festa di San Cetteo, che comunque avrà un carattere fortemente spirituale all’insegna della sobrietà e dell’essenzialità richieste da Papa Francesco, ma le idee non mancano: «Vorremmo – auspica don Francesco Santuccione – rinvigorire la devozione verso un santo, troppo emarginato, che ha dato la propria vita per la pace con concerti di evangelizzazione, eventi benefici, ma soprattutto trasferendo la processione di San Cetteo sul fiume là dove il corpo fu rinvenuto». Agli eventi religiosi e spirituali, ovviamente, si aggiungerà un ricco programma di festeggiamenti civili.
Immagini storiche tratte da “ERA PESCARA” a cura della Sovrintendenza archivistica per l’Abruzzo – Edizione Pierrecongress