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Separazioni e divorzi in calo, matrimoni religiosi stabili

Lo ha rilevato l’Istat che ieri ha presentato il report “Separazioni e divorzi in Italia – Anno 2012”, dipingendo un contesto a luci ed ombre

«La tendenza all’aumento di separazioni e divorzi sembra registrare una svolta alla fine del 2012». Quest’analisi emerge dal report “Separazioni e divorzi in Italia – Anno 2012”, che l’Istat ha diffuso ieri. Così in un complessivo contesto di diminuzione dei matrimoni, nel 2012 si sono registrate 88.288 separazioni, mentre i divorzi sono stati 51.319. Dunque, rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate del 68,8% e i divorzi quasi raddoppiati. Ma nel 2012 le stesse separazioni hanno registrato un calo percentuale (-0,6%) rispetto all’anno precedente.

Antonio Golini, presidente Istat

Allo stesso modo anche i divorzi stanno diminuendo, in questo caso da alcuni anni (-5,8% in tre anni). A questa tendenza,  rileva ancora l’Istat, va aggiunto il fatto che i cittadini italiani si recano più spesso all’estero per divorziare, per ridurre tempi e costi: solo in Spagna negli ultimi 5 anni si sono registrati 2 mila divorzi di coppie italiane. Inoltre, sul territorio italiano le separazioni incidono diversamente a secondo delle regioni: si va dal minimo di 245,8 separazioni per 1.000 matrimoni al sud ad un massimo di 371,9 nel nord-ovest. Quindi facendo un confronto con il 1995, solo la Valle d’Aosta aveva oltre 300 separazioni ogni 1.000 matrimoni, mentre oggi tutte le regioni del centro-nord, con l’eccezione di Veneto, Trentino-Alto Adige, Marche, sono al di sopra di questa quota.

Gli aumenti più rilevanti sono stati però nel Mezzogiorno, con un raddoppio dei valori per alcune regioni. L’istituto nazionale di statistica, nel suo report sulle situazioni matrimoniali in Italia, specifica che in genere i matrimoni religiosi tendono a essere più stabili di quelli celebrati civilmente. Nello stesso tempo l’Istat sottolinea che la separazione tra coniugi interviene, mediamente, dopo 16 anni di matrimonio. L’età media alla separazione è di 47 anni per i mariti e 44 per le mogli, mentre nel 2000 l’età era più bassa, nella fascia 35-39 per entrambi i coniugi: «Ciò è dovuto – spiega l’Istat – alla propensione a sciogliere unioni di lunga durata, ma anche all’età più alta tra i coniugi».

La separazione consensuale è la tipologia più scelta, riguardando, nel 2012, l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi. Nella metà delle separazioni e in un terzo dei divorzi sono coinvolti figli minori: il loro numero nel 2012 è stato 65.064 nelle separazioni e 22.653 nei divorzi. Il tipo di affidamento è sempre più quello condiviso, grazie alla legge 54/2006 che lo indica come modalità ordinaria.

Francesco Belletti, presidente del Forum famiglie

È dunque uno scenario a luci ed ombre, quello dipinto dall’Istat, dal quale però emergono ancora notevoli difficoltà che incidono negativamente sulla vita di coppia: «Sono dati preoccupanti – commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, intervistato dall’agenzia Sir – che mostrano come il tasso di fragilità dei legami di coppia sia ancora altissimo. Parlare di svolta è poco significativo, anche dal punto di vista statistico. Piuttosto, occorre riconoscere che sono tanti i punti critici che mettono a rischio la stabilità della famiglia, anche a lungo termine».

Va ricordato che, in media, la separazione avviene 16 anni dopo il matrimonio, il che sta a significare appunto che anche matrimoni di lunga durata sono a rischio: «Dovremmo interrogarci – riflette Belletti – su questi dati. Le coppie sono troppo sole di fronte alle fatiche della vita e proprio per questa solitudine, faticano a farvi fronte. Una disoccupazione di lunga durata, la nascita di un figlio disabile, l’uscita del figlio da casa ,oppure un tradimento sono tra le difficoltà che portano a separazione e divorzio».

Stigmatizzando, poi, che i divorzi compiuti all’estero rappresentano comunque una minima parte i quali, nella maggior parte dei casi, vengono tra l’altro ottenuti presentando la dichiarazione di una falsa residenza, il presidente del Forum delle associazioni familiari ha successivamente richiamato l’attenzione sulla necessità di non agevolare le separazioni, quanto piuttosto di elaborare efficaci politiche di contrasto alle crisi di coppia: «Mentre oggi – conclude Belletti – nessuno si preoccupa di accompagnare la famiglia in difficoltà prima della separazione».

don Paolo Gentili, direttore Pastorale familiare Cei

Secondo altri punti di vista, invece, il dossier realizzato dall’Istat consentirebbe di vedere il bicchiere mezzo pieno: «La comunità cristiana – sottolinea don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio Cei per la Pastorale Familiare – è un valore aggiunto per chi si sposa in chiesa. Il matrimonio religioso regge di più di quello civile perché, oltre al valore sacramentale, crea una rete tra famiglie che è il vero cemento. Chi si sposa civilmente viene spesso abbandonato a se stesso, mentre chi lo fa in una comunità è meno solo, viene poi accompagnato nel corso della vita. Anche in queste coppie le crisi ci sono, ma possono portare ad una maggiore unità».

Del resto, a detta del presbitero, il leggero calo rilevato non consente di aprire orizzonti carichi di speranza, ma d’altra parte incoraggia incoraggia a lavorare di più sull’unione degli sposi: «Questa tendenza – evidenzia don Paolo Gentili – può aumentare se ci sarà un sostegno, mentre oggi il rischio è di limitarsi ad accorciare i tempi per sancire la fine dell’unione sponsale». A questo punto, don Gentili chiede di investire di più nel sostegno reale alle famiglie, confidando in una società che si prenda cura dei “suoi” sposi: «Mentre – conclude il direttore dell’ufficio Cei per la Pastorale Familiare – accorciare i tempi del divorzio vuol dire trasformare situazioni di crisi ancora sanabili in un futuro oscuro, soprattutto per i figli. In questi casi, la scelta più facile non è la più fruttuosa».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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1 Comment on Separazioni e divorzi in calo, matrimoni religiosi stabili

  1. Giovanni Antonio Nigro // 25 Giugno 2014 a 11:14 //

    Separazioni e divorzi diminuiscono leggermente anche per via dei costi relativi (spese legali, alimenti ecc.), che spesso riducono in povertà uno dei due coniugi. Purtroppo in Italia non esistono politiche di sostegno rivolte alle famiglie.

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