“Malcostume e malaffare sembrano diventati un regime intoccabile”
"La teoria geneder - denuncia Bagnasco - è uno sbaglio della mente umana: si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un transumano in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità"
«Il malcostume e il malaffare sembrano diventati un regime talmente ramificato da essere intoccabile». Lo ha affermato ieri il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, nella prolusione che ha aperto i lavori del Consiglio episcopale permanente dei vescovi italiani, definendo quelle pronunciate sabato dal Papa a Napoli parole di altissima condanna di tale piaga: «Esempi – osserva Bagnasco – ne emergono ogni giorno: come corpi in stato di corruzione, ammorbano l’aria che si respira, avvelenano la speranza e indeboliscono le forze morali».
È un destino fatale? Si può reagire? – le domande -: «Senza dubbi – la risposta del cardinale -, diciamo che si deve reagire e che ciò è possibile. Tutti siamo interessati al bene comune e tutti ne siamo responsabili con i nostri comportamenti. Naturalmente ognuno a livelli e con modalità diverse: politica e magistratura, industria e finanza, impresa e sindacati, associazioni e media, volontariato, gruppi e singoli cittadini. Ogni soggetto, ha il dovere di fare del proprio meglio per il bene della gente che è in gravi difficoltà e che spesso è stremata».
Dunque l’onestà, tanto più con la crisi che la nostra società sta vivendo, è un valore sempre e comunque: «Che misura – spiega il presidente della Cei – la dignità delle persone e delle istituzioni e oggi le difficoltà di quanti si trovano a lottare per sopravvivere, insieme alla propria famiglia, sono un ulteriore motivo perché la disonestà non solo non sia danno comune, ma anche non sia offesa gravissima per i poveri e gli onesti».
È stato questo l’auspicio del presidente dei vescovi italiani che, rivolgendosi ai suoi confratelli, ha esclamato: «Ciò è insopportabile! La Chiesa è vicina a ogni persona di buona volontà, senza preclusioni o preferenze: persone e istituzioni che hanno veramente a cuore il bene della gente e che lavorano per questo».
Quindi il porporato è tornato a citare il Papa, che sabato a Scampia ha ricordato come la buona politica sia una delle espressioni più alte della carità, del servizio, dell’amore. Il cardinal Bagnasco ha rivolto, inoltre, un doveroso e convinto atto di omaggio al nuovo Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in spirito di lealtà e assicurando che tutto il popolo guarda alla sua persona con questa fiducia: «I vescovi – sottolinea Bagnasco -, fedeli alla loro missione di Pastori e nel rispetto delle istituzioni democratiche, danno voce alla gente con l’unico intendimento di contribuire alla costruzione del bene comune, a partire dai più deboli e bisognosi».
E questi ultimi, attraverso le parrocchie, fanno sentire la propria voce che diventa grido venendo raccolta dai vescovi italiani: «Invoca lavoro – riporta il cardinale Angelo Bagnasco – per chi l’ha perso e per chi non l’ha mai trovato. Invoca lavoro per chi è sfiduciato e si arrende mettendosi ai margini della società, facile preda della malavita. E con la disoccupazione, l’instabilità sociale cresce fatalmente».
Del resto, come ha detto il Papa a Napoli, con la mancanza di lavoro viene a mancare la dignità e la persona rischia di cedere ad ogni sfruttamento: «La Chiesa in Italia, a livello centrale – ricorda il presidente della Conferenza episcopale italiana – porta avanti da anni il Progetto Policoro e il Prestito della speranza: sono anche questi dei segni concreti che vengono incontro ai giovani, alle famiglie e alle piccole imprese».
Successivamente, un invito a rilanciare l’economia: «Tutti sappiamo – aggiunge – che non basta ripianare i buchi, ma occorre investire perché la competizione globale esige di essere sempre all’avanguardia; perché le nostre eccellenze devono essere difese con una continua ricerca; perché le professionalità non deperiscano; perché il patrimonio nazionale non prenda il volo per altri lidi, vanificando così i segnali positivi di ripresa che vengono rilevati dagli esperti».
Cambiando discorso, il cardinale Bagnasco è quindi tornato a condannare duramente la teoria gender: «È uno sbaglio della mente umana – denuncia il porporato, riportando le parole di Papa Francesco nella visita a Napoli -: si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un transumano in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità».
Così il cardinale Angelo Bagnasco nella parte finale della prolusione al Consiglio episcopale permanente, in cui ha definito l’attenzione al mondo della cultura e della scuola – compresa la formazione professionale – promettente: «È in gioco – precisa – la libertà di educazione dei genitori per i loro figli. Non è una cortesia concessa a qualcuno, ma è un diritto dei genitori: diritto fondamentale che – unico caso in Europa – in Italia è stato affermato a parole, ma negato nei fatti da troppo tempo».
Parlando poi di cultura, secondo il cardinale, non possiamo non dar voce anche alla preoccupazione di moltissimi genitori, e non solo, per la dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta teoria del gender: «La categoria “Queer Theory” – illustra Bagnasco -, nata negli Stati Uniti, combatte contro il normale, il legittimo, e ingloba tutte le soggettività fluide: non si riferisce a nulla in particolare, si presenta paradossalmente come un’identità senza essenza. La teoria del gender vuole costruire delle persone fluide che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto».
Insomma, individui fluidi per una società fluida e debole: «Una manipolazione da laboratorio – la definisce il presidente dei vescovi italiani – dove inventori e manipolatori fanno parte di quella “governance mondiale” che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad Organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare! Vogliamo questo per i nostri bambini, ragazzi, giovani? Genitori che ascoltate, volete questo per i vostri figli? – chiede il presidente della Cei – Che a scuola – fin dall’infanzia – ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa?».
Reagire, a detta del porporato, è doveroso e possibile: «Basta essere vigili – raccomanda il porporato -, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica, può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta».
Infine, il presidente della Conferenza episcopale italiana si è soffermato sulle persecuzioni contro i cristiani nel mondo: «La ragione – riflette il cardinal Bagnasco -, prima ancora che le fedi, non può non condannare tanta barbara e studiata crudeltà contro le minoranze e in particolare contro i cristiani, solo perché cristiani. E non può non condannare strategie folli e sanguinarie che portano indietro l’orologio della storia».