“Portare la misericordia in ogni luogo è la missione comune dei cristiani”
"Tutti, cattolici, ortodossi e protestanti, - spiega Papa Francesco - formiamo un sacerdozio regale e una nazione santa. Questo significa che abbiamo una missione comune, che è quella di trasmettere la misericordia ricevuta agli altri, partendo dai più poveri e abbandonati"
«Portare la misericordia in ogni parte della terra: è questa la missione comune dei cristiani». Lo ha affermato ieri Papa Francesco pronunciando la catechesi dell’udienza generale del mercoledì, nell’Aula Paolo VI gremita da 6 mila fedeli, dedicata alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: «Tutti noi cristiani – aggiunge il Papa -, per la grazia del battesimo, abbiamo ottenuto misericordia da Dio e siamo stati accolti nel suo popolo. Tutti, cattolici, ortodossi e protestanti, formiamo un sacerdozio regale e una nazione santa. Questo significa che abbiamo una missione comune, che è quella di trasmettere la misericordia ricevuta agli altri, partendo dai più poveri e abbandonati».
Una missione da intraprendere, partendo dall’invito del Santo Padre a riscoprire il battesimo andando al di là delle nostre divisioni. Uno spunto utile di riflessione, a tal proposito, è offerto dal testo biblico al centro della Settimana di preghiera, scelto da un gruppo ecumenico della Lettonia incaricato dal Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani: «Al centro della cattedrale luterana di Riga – ricorda il Pontefice – vi è un fonte battesimale che risale al XII secolo, al tempo in cui la Lettonia fu evangelizzata da san Mainardo. Quel fonte è segno eloquente di un’origine di fede riconosciuta da tutti i cristiani della Lettonia, cattolici, luterani e ortodossi. Tale origine – aggiunge il Papa, citando il Concilio – è il nostro comune battesimo».
Del resto, la Prima Lettera di Pietro è rivolta alla prima generazione di cristiani per renderli consapevoli del dono ricevuto col battesimo e delle esigenze che esso comporta: «Anche noi – esorta Papa Bergoglio -, in questa Settimana di preghiera, siamo invitati a riscoprire tutto questo, e a farlo insieme, andando al di là delle nostre divisioni».
Anche perché quando noi cristiani diciamo di condividere un solo battesimo: «Affermiamo che tutti noi, cattolici, protestanti e ortodossi, – continua il Sommo Pontefice – condividiamo l’esperienza di essere chiamati dalle tenebre impietose e alienanti all’incontro con il Dio vivente, pieno di misericordia».
Inoltre, a detta di Papa Francesco, parlando del Giubileo sarebbe forte il legame tra ecumenismo e misericordia: «Tutti – ricorda Papa Francesco – facciamo esperienza dell’egoismo, che genera divisione, chiusura, disprezzo. Ripartire dal battesimo vuol dire ritrovare la fonte della misericordia, fonte di speranza per tutti, perché nessuno è escluso dalla misericordia di Dio».
La condivisione di questa grazia, secondo il Papa, crea un legame indissolubile tra noi cristiani: «Così che – precisa -, in virtù del battesimo, possiamo considerarci tutti realmente fratelli. Siamo realmente popolo santo di Dio anche se, a causa dei nostri peccati, non siamo ancora un popolo pienamente unito».
Questo il bilancio ecumenico del Pontefice, che ha osservato come la misericordia di Dio, che opera nel Battesimo, sia più forte delle nostre divisioni: «Nella misura in cui accogliamo la grazia della misericordia – assicura il Santo Padre – noi diventiamo sempre più pienamente popolo di Dio, e diventiamo anche capaci di annunciare a tutti le sue opere meravigliose, proprio a partire da una semplice e fraterna testimonianza di unità. Noi cristiani possiamo annunciare a tutti la forza del Vangelo, impegnandoci a condividere le opere di misericordia corporali e spirituali. Questa è una testimonianza concreta di unità».
Al termine dell’udienza generale, l’auspicio finale del Papa: «Durante questa Settimana di preghiera – conclude -, preghiamo affinché tutti noi discepoli di Cristo troviamo il modo di collaborare insieme per portare la misericordia del Padre in ogni parte della terra».