510 mila posti di lavori nati nel 2015: “Il Job act comincia a fare effetto”
"Può essere - monsignor Fabiano Longoni - la ripresa economica che comincia ad emergere, può essere anche una modalità che viene incontro a quella flessibilità che tutti in passato ricercavano. Dal punto di vista etico e morale, dove c’è maggior lavoro c’è maggiore speranza"
I primi 11 mesi del 2015 hanno visto la nascita di 510 mila rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Lo ha reso noto l’Osservatorio sul precariato dell’Inps, che registra un saldo complessivo tra assunzioni e cessazioni di 365 mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2014.
L’Inps registra anche il boom dei voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, per complessivi 102,4 milioni (+67,59): «Il Jobs Act comincia ad avere effetto, cosa di cui c’erano stati del resto segnali anche nei mesi scorsi – afferma monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Cei -. Mi auguro che sempre più si vada in questa direzione, perché la stabilizzazione era una delle aspettative che la riforma del lavoro voleva innescare».
In particolare, monsignor Longoni dice di vedere un movimento positivo dato da molti fattori: «Può essere – riflette il sacerdote – la ripresa economica che comincia ad emergere, può essere anche una modalità che viene incontro a quella flessibilità che tutti in passato ricercavano. Dal punto di vista etico e morale, dove c’è maggior lavoro c’è maggiore speranza».
Per quanto riguarda l’aumento dei voucher, a detta di Longoni, non si tratta ancora di quello che può definirsi un lavoro stabile: «Tuttavia – sottolinea – è un inizio di ripresa. Auguriamoci che porti ad un lavoro più dignitoso e continuativo. Ciò che è evidente è che il posto fisso, fino a qualche anno fa una certezza, non esiste più. Di conseguenza il mercato del lavoro sta cambiando e proponendo modelli che a chi appartiene a generazioni passate, possono sembrare impropri rispetto alle sicurezze di un tempo».
Per il direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale sociale e del lavoro, vi sono degli step tramite i quali da una “parzialità” di lavoro: «Si arriva – conclude monsignor Fabiano Longoni – ad una maggiore stabilità e ad una contrattualità più dignitosa e piena. Aspiriamo naturalmente a qualcosa di più solido rispetto a un voucher, ma già dare lavoro è importante».