In Abruzzo aumentano diagnosi di Hiv-Aids grazie alla prevenzione
"In Abruzzo - premette Giustino Parruti, il direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’Ospedale Civile - sono aumentati i casi di Hiv-Aids, passati dai 2,3 ogni 100 mila abitanti del 2014 ai 3,4 del 2015, grazie alla campagna di prevenzione delle Asl che ha permesso di diagnosticarli"
Al grido di “All’ignoranza dico stop”, ieri mattina l’Istituto professionale “Di Marzio-Michetti” di Pescara ha ospitato un convegno, organizzato dalla Fondazione Caritas dell’arcidiocesi di Pescara-Penne nell’ambito del progetto Aids 2016 dal titolo “Amarsi senza farsi male”, in occasione della Giornata mondiale della lotta contro l’Aids.
L’evento, assai partecipato dagli studenti, oltre all’assessore comunale alle Politiche sociali Antonella Allegrino, ha visto l’intervento dell’infettivologo Giustino Parruti: «In Abruzzo – premette il direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive dell’Ospedale Civile – sono aumentati i casi di Hiv-Aids, passati dai 2,3 ogni 100 mila abitanti del 2014 ai 3,4 del 2015, grazie alla campagna di prevenzione delle Asl che ha permesso di diagnosticarli».
Dal primo febbraio 2014 le sei unità operative abruzzesi di Malattie infettive hanno attivato il sito web www.failtestanchetu.it, dando la possibilità a chiunque abbia avuto un comportamento a rischio di sottoporsi, anonimamente e gratuitamente, ai test per riscontrare l’infezione da Hiv-Aids, epatite B, epatite C e sifilide: «Così – sottolinea Parruti – abbiamo potuto diagnosticare 52 nuovi casi».
Sono i rapporti sessuali promiscui quelli più a rischio di contrarre il virus: «Accade quando – spiega ai giovani il professor Giustino Parruti – questi rapporti non vengono ispirati dall’amore e diventano violenti, favorendo lo scambio di sangue. Tra gli eterosessuali, uomini e donne, i casi sono in lieve diminuzione mentre sono in aumento tra gli omosessuali».
Una volta infettatisi, è impossibile liberarsi definitivamente dal virus i cui effetti devastanti possono, però, essere bloccati dall’ultima generazione di farmaci: «Efficaci al 100% – garantisce Parruti -, sicuri e non tossici, permettono di condurre una vita pressoché normale, a patto che si faccia il test prima che subentrino i primi sintomi, dopo circa 10 anni di infezione asintomatica, altrimenti potrebbe essere tardi».
Dal 1999 a Pescara è attiva la Casa famiglia “Il samaritano”, gestita dalla Fondazione Caritas in collaborazione con la Asl, che ospita fino a dieci persone infette prendendosene cura sotto l’aspetto medico e sociale: «Io – osserva monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – vorrei non avere una struttura del genere per non avere fratelli che vivono la sieropositività ma, siccome ci sono, il cuore deve essere aperto verso tutti, senza giudizio, ed ecco questo progetto».
Ma nell’Occidente le cure ci sono e sono a disposizione di tutti, a differenza di quanto accade nei Paesi africani: «Nei paesi del Centrafrica – ricorda il presule – il 40% della popolazione è affetta da sieropositività, nell’impossibilità di disporre delle cure. Pertanto, sarebbe fondamentale che i governi dei Paesi poveri abbiano la possibilità di produrre i farmaci in loco mentre invece le multinazionali, proprietarie del brevetto, pretendono che da questi Paesi acquistino il farmaco presso le loro agenzie. Questa è un’ingiustizia, perché un povero non può avere tutto quello che gli occorre per acquistare un farmaco all’estero, dovrebbe poterlo fare nel proprio Paese».
Da qui l’appello ai ragazzi, affinché siano sensibili a queste tematiche adottando l’“I care” di don Milani. Un progetto, “Amarsi senza farsi male”, che la Caritas diocesana ha portato avanti per il secondo anno consecutivo: «Oltre che per la presenza della Casa famiglia “Il samaritano” – spiega Erminio Di Filippo, coordinatore del progetto Aids 2016 per la Caritas pescarese -, abbiamo voluto portare avanti questa iniziativa perché di Aids si parla ancora troppo poco. E allora abbiamo voluto indirizzare questo progetto sia sugli adulti, che spesso di comportano come se l’eventualità di questo non male non potesse mai riguardarli, che sui giovani i quali sono molto più sensibili e vicini al tema».
Nello specifico, dopo un sondaggio compiuto tra i giovani pescaresi per saggiare la conoscenza del fenomeno Hiv-Aids, il progetto è proseguito attraverso corsi di formazione per operatori, a scuola presso il Liceo artistico Misticoni-Bellisario e in alcune parrocchie pescaresi.
Proprio gli studenti del Mibe, hanno partecipato ad un concorso artistico legato al progetto e rappresentando la malattia attraverso le arti grafiche, nove di loro sono stati premiati nella stessa giornata di ieri: per la categoria illustrazione premiate Daniela Campaniello, Federica Di Francesco ed Elisabetta Xu; per la categoria fotografia premiate Valentina Secone, Dyptan Anastasia e Laura Liverotti; per la grafica premiati, infine, Elisabetta Battestini, Castellano Azzurra e Andrea Rulli.
Inoltre, l’associazione teatrale “Deposito dei segni” diretta da Cam Lecce e Jorg Grunert ha condotto interviste con gli accolti della Casa famiglia “Il samaritano” e sta ancora portando avanti un laboratorio teatrale con operatori Caritas, studenti e non solo il quale, a marzo in conclusione del progetto, diventerà uno spettacolo teatrale vero e proprio sull’Hiv-Aids.
Fotoservizio: Corrado De Dominicis