Pubblicata la prima guida turistica sulla Cattedrale di San Cetteo
L’abate Santuccione ha anche rivelato l’intenzione di ospitare all’interno della Cattedrale di San Cetteo anche la tomba di colui che fu il primo vescovo di Pescara-Penne negli anni ’50, monsignor Benedetto Falcucci: "Era benedetto di nome e di fatto - ricorda don Francesco -. Il suo cuore irradiava umanità, santità e delicatezza. Cieco per 25 anni, paralizzato negli ultimi 7 anni di vita, è stato praticamente un martire. Siamo in attesa del parere della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici per poi procedere"
La Cattedrale di San Cetteo a Pescara è un luogo di culto unico nel suo genere nella città adriatica, in Italia e, per certi versi, nel mondo per una serie di caratteristiche sconosciute agli abruzzesi e perfino alla stragrande maggioranza dei pescaresi.
Ad esempio quasi nessuno è a conoscenza del fatto che durante i bombardamenti del 1943, al termine della seconda guerra mondiale, nonostante l’esercito tedesco in ritirata distrusse tutte le costruzioni alte (compresa la Torre civica) per non dare punti di riferimento all’esercito anglo-americano, la torre campanaria della Cattedrale di San Cetteo fu l’unica a restare in piedi a Pescara: «Merito del primo abate della Cattedrale don Pasquale Brandano – sottolinea Umberto Santoro, dell’associazione Circolo Aternino – il quale, attraverso l’intercessione del Vaticano, riuscì a preservarla dalle bombe trattando direttamente con il generale Albert Konrad Kesselring, alla guida dell’esercito tedesco».
E al di là della dicitura colloquiale di origine dialettale “San Ciattè” il luogo di culto, eretto negli anni ’30 grazie al progetto dell’architetto Cesare Bazzani (voluto da Gabriele D’Annunzio) ed elevato a Cattedrale il 2 luglio 1949, in realtà è intitolato quale Tempo nazionale della conciliazione: «Essendo stato dedicato – precisa Santoro – alla risoluzione della “Questione romana”, ovvero la controversia tra Stato e Chiesa (sullo status di Roma allo stesso tempo sede del potere temporale dei papi e capitale del Regno d’Italia) definita nel 1929 con la stipula dei Patti lateranensi». E ancora la Cattedrale di San Cetteo è l’unico luogo di culto al mondo dedicato anche ai Sommi santi pontefici.
Autentiche chicche storiche, queste ultime, contenute all’interno della prima pubblicazione turistica – dal titolo La Cattedrale di San Cetteo a Pescara – dedicata al più importante luogo di culto pescarese. Un’opera ricca di elementi storici e reperti fotografici, raccolti dal Circolo Aternino di Pescara: «Abbiamo redatto una guida tascabile – precisa lo storico Umberto Santoro – , tradotta anche in inglese, che contiene le informazioni che riescono a condensare storia e cultura che hanno accompagnato nel tempo il tempio».
Una guida turistica, realizzata in collaborazione con la Presidenza del Consiglio comunale di Pescara: «Il libricino – osserva Antonio Blasioli, presidente del Consiglio comunale – è la somma felice del lavoro di tantissime persone, con le quali stiamo organizzando una distribuzione speciale in Cattedrale che servirà anche a far conoscere meglio la chiesa e i suoi tesori, fra i quali una preziosissima tela raffigurante San Francesco attribuita al Guercino».
Un’iniziativa editoriale accolta con entusiasmo dall’attuale abate di San Cetteo: «La guida – commenta don Francesco Santuccione – si presenta bene. È bella, realizzata con uno stile giovane e accogliente. Tra l’altro, al suo interno pubblica una preghiera scritta da Gabriele D’Annunzio il quale, nonostante l’apparenza, ha rivelato la sua ricerca di Dio, dimostrando d’essere anch’egli assetato d’infinito».
E alla vita di San Cetteo, la regista e attrice Franca Arborea ha dedicato una pièce teatrale che metterà in scena giovedì 15 dicembre, alle ore 21, al Teatro Circus: «Lo spettacolo – anticipa la Arborea – ricostruirà uno scorcio di vita della Pescara al tempo di Cetteo, nella Aternum del VI secolo dopo Cristo, sotto il papato di Gregorio Magno e il regno della regina longobarda Teodolinda. Sarà un’occasione per capire cosa faceva il popolo all’epoca. Cosa mangiava, come parlava e soprattutto come trattava le donne».
A margine della presentazione di ieri, l’abate Santuccione ha anche rivelato l’intenzione di ospitare all’interno della Cattedrale di San Cetteo anche la tomba di colui che fu il primo vescovo di Pescara-Penne negli anni ’50, monsignor Benedetto Falcucci: «Era benedetto di nome e di fatto – ricorda don Francesco -. Il suo cuore irradiava umanità, santità e delicatezza. Cieco per 25 anni, paralizzato negli ultimi 7 anni di vita, è stato praticamente un martire. Siamo in attesa del parere della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici per poi procedere». La tomba di Falcucci si aggiungerebbe a quelle, già presenti in Cattedrale, dell’arcivescovo Antonio Iannucci e della madre di Gabriele D’Annunzio Luisa de Benedictis.