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“Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società”

"Se si fermano le famiglie - ammonisce il cardinale Bassetti - si ferma il motore sociale del Paese Smette di battere il cuore della società. È urgente e doveroso aiutare, curare e sostenere, in ogni modo possibile, le famiglie italiane, perché nelle famiglie risiede la struttura portante della nostra società e si pongono le basi del futuro"

Lo ha affermato ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nella prolusione del Consiglio episcopale permanente

Card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana

«Ricostruire, ricucire e pacificare». Sono i tre verbi attorno ai quali ieri il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha articolato la sua prolusione al Consiglio episcopale permanente, nella quale ha esortato a “riformulare” la lezione della “sapienza antica” del libro del Qoèlet, che ci insegna che “per ogni cosa c’è il suo momento. C’è un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per stracciare e un tempo per cucire e, infine, un tempo per la guerra e un tempo per la pace”: «C’è un’urgenza morale di ricostruire ciò che è distrutto – il primo imperativo del porporato -. L’Italia è il Paese di una bellezza antica e prodigiosa, ricca di umanità e fede, di paesaggi incantevoli e con un patrimonio culturale unico al mondo. Una bellezza, però, estremamente fragile nel suo territorio, nei suoi borghi medievali, nelle sue città. Ancora oggi non possiamo dimenticare quelle migliaia di persone che hanno perso tutto con il terremoto. Sentiamo una vicinanza intima e profonda con questi uomini e queste donne. Ricostruire quelle case, riedificare quelle città, significa donare un futuro a quelle famiglie e vuol dire ricostruire la speranza per l’Italia intera».

La seconda urgenza spirituale è ricucire ciò che è sfilacciato: «Ricucire la comunità ecclesiale italiana – spiega il cardinale Bassetti -, esortandola a interpretarsi nell’orizzonte della Chiesa universale. Ricucire la società italiana, aiutandola a vivere come corpo vivo che cammina assieme. Occorre riprendere la trama dei fili che si dipana per tutto il Paese con l’attenzione a valorizzarne le tradizioni, le sensibilità e i talenti. Ricucire significa, quindi, unire. Unire la comunità ecclesiale, unire il Paese: da Lampedusa ad Aosta, da Trieste a Santa Maria di Leuca».

Infine, c’è l’urgenza sociale di pacificare ciò che è nella discordia: «Il nostro Paese – l’analisi del presidente della Cei – sembra segnato da un clima di “rancore sociale”, alimentato da una complessa congiuntura economica, da una diffusa precarietà lavorativa e dall’emergere di paure collettive. Pacificare la società, significa incamminarsi con spirito profetico lungo una strada nuova, quella strada che Giorgio La Pira chiamava “il sentiero di Isaia”. Un sentiero di pace che si propone di abbattere il muro della diffidenza e di costruire ponti di dialogo». Dunque ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società: «Tre verbi – ribadisce Bassetti -, tre azioni pastorali, tre sfide concrete per il futuro».

Il Consiglio episcopale permanente riunito a Roma

Successivamente, il cardinale è tornato a parlare di migrazione rivolgendo un monito alla collettività: «Bisogna reagire – esorta – a una cultura della paura che, seppur in taluni casi comprensibile, non può mai tramutarsi in xenofobia o addirittura evocare discorsi sulla razza che pensavamo fossero sepolti definitivamente. Non è chiudendo che si migliora la situazione del Paese – ammonisce il cardinale, rilanciando quanto affermato dal Papa nella Giornata del migrante: “Avere dubbi e timori non è un peccato”, il peccato “è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte”».

Il nostro futuro, secondo Bassetti, si misura direttamente con il fenomeno globale delle migrazioni internazionali: «Un tema complesso e cruciale – precisa il presidente dei vescovi italiani -, la cui discussione pubblica, però, è troppo spesso influenzata da equivoci, incomprensioni e contese politiche». A tal proposito, per fugare ogni dubbio, il cardinale Bassetti ha ricordato che: «La Chiesa cattolica, sin dalla fondazione, si prende cura dei poveri, degli scartati e degli sconfitti della storia, con uno spirito di totale obbedienza al Vangelo, perché vede nelle loro piaghe il riflesso di quelle di Cristo sulla Croce. I poveri, tutti i poveri, anche quelli forestieri di cui non sappiamo nulla, appartengono alla Chiesa per diritto evangelico – ricorda citando il discorso di Paolo VI all’apertura della seconda sessione del Concilio -. In virtù di questo diritto evangelico – e non certo in nome di una rivendicazione sociale – ogni cristiano è chiamato ad andare verso di loro con un atteggiamento di comprensione e compassione».

Quindi, il porporato è tornato a parlare di lavoro: «Lavorare meglio, lavorare tutti. Questa è una priorità, ma soprattutto una vera emergenza sociale, resa ancora più impellente dai dati relativi alla disoccupazione giovanile. Sono troppi i nostri ragazzi che vengono ingiustamente mortificati nel loro talento e duramente provati nelle loro aspettative di vita, costringendoli spesso ad un’amara e dolorosa emigrazione». Questo il grido d’allarme dei vescovi italiani: «È un grido di dolore e di aiuto quello che viene dai nostri giovani – sottolinea l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve – che va raccolto e va fatto nostro. Come faremo nel prossimo Sinodo dei vescovi». Riguardo al tema del lavoro, Bassetti ha espresso gratitudine al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Che nel suo discorso di fine anno – aggiunge – ha sottolineato con forza che il lavoro resta la priorità per l’Italia. Ormai da molto tempo, anche come Chiesa italiana, stiamo insistendo su questo tema, considerandolo una delle priorità irrinunciabili. Da Cagliari, dove lo scorso ottobre abbiamo vissuto la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani, siamo ripartiti con alcune proposte concrete sul lavoro. Quest’esperienza, ampiamente positiva, non va sprecata, ma rafforzata e fatta crescere insieme con tutti coloro che vorranno impegnarsi in questo campo». Per Bassetti, gli obiettivi da raggiungere sono grandi e impellenti: «Creare lavoro – ricorda -, combattere la precarietà e rendere compatibile il tempo di lavoro con il tempo degli affetti e del riposo. Come ha detto Francesco, “il lavoro è sacro, fornisce dignità ad ogni “persona umana” e alla famiglia».

E a proposito di famiglie, il presidente della Cei ha lanciato un appello: «Se si fermano le famiglie – avverte -, si ferma il motore sociale del Paese. Smette di battere il cuore della società». Del resto, a suo dire, è un dato che inquieta quello relativo alla condizione di povertà assoluta delle famiglie italiane: «Oltre un milione e mezzo – riporta il porporato ,- con un aumento di ben il 97% rispetto a dieci anni fa. È necessario ripeterlo con forza, è urgente e doveroso aiutare, curare e sostenere, in ogni modo possibile, le famiglie italiane, perché nelle famiglie risiede la struttura portante della nostra società e si pongono le basi del futuro». Da questo punto di vista, secondo i vescovi italiani, fa ben sperare l’ampia condivisione che il Patto per la natalità, presentato la scorsa settimana dal Forum delle associazioni familiari, ha raccolto tra tutti gli esponenti di partito: «Chiediamo che alle dichiarazioni compiaciute – auspica il cardinale Gualtiero Bassetti -, segua la volontà concreta di porre le politiche familiari come priorità all’interno dei vari programmi in vista delle elezioni».

About Davide De Amicis (4572 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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