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Aleteia: “I giovani italiani sono i più interessati a religione e fede sui social”

«Tale ricerca – conclude - rappresenta un contributo per il Sinodo. Ci siamo chiesti come poter aiutare i vescovi ad ascoltare i giovani, a capire cosa sanno, cosa vogliono e cosa condividono, l’importanza di offrire all’assemblea sinodale dei dati reali così che si potesse discutere della realtà dei giovani».

Lo ha evidenziato un importante studio condotto nel 2017 sul tema

Fede e social binomio possibile? A quanto pare sembra proprio di si. Ma non solo: in  Europa, sono i giovani italiani i più interessati alla religione e alla fede sui social.   A stilare la classifica è lo studio su ‘La fede dei giovani e i loro influencer sui social network’, condotto nel 2017 dal network di informazione cattolica Aleteia su circa 540 milioni di profili Facebook e Instagram di giovani con età compresa tra i 18 e i 25 anni.

Tra gli influencer dei giovani interessati alla religione il leader indiscusso è Papa Francesco, al secondo posto si attesta lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, seguito dal Dalai Lama. Il principale influencer protestante è Hillsong Church, una comunità con un forte impatto sull’evangelizzazione attraverso la musica. A commentare l’indagine, presentata ieri nella sede della Pontificia Università Gregoriana, è stato  Jesus Colina, direttore editoriale di Aleteia.

Jesus Colina,direttore editoriale di Aleteia

«Tra i 20 Paesi – afferma – con la percentuale più alta di giovani che sui social condividono contenuti relativi alla fede, ben 5 sono europei: oltre all’Italia, vi figurano infatti la Polonia (11.25%), il Portogallo, la Lituania e Malta con il 10%.
Maglia nera invece per gli Stati Uniti che, pur figurando al quarto posto tra i 20 Paesi con il maggior numero di giovani interessati alla religione (900mila), escono dalla top 20 quando si parla di percentuali».

«È un Paese – sottolinea – in cui si evidenziano delle contraddizioni. La percentuale è simile a quella della Gran Bretagna. La maggior parte dei giovani rivolge la propria attenzione all’intrattenimento e ai beni di consumo».

Questi dati, non sono  numeri astratti, ma figli di una ricerca precisa ed attenta sulla vita dei giovani: «La vita dei giovani – evidenzia – sui social appare come una barca a vela che ha bisogno di trovare venti favorevoli per procedere, senza sapere esattamente quale sia la sua meta».

«Tale ricerca – conclude – rappresenta un contributo per il Sinodo. Ci siamo chiesti come poter aiutare i vescovi ad ascoltare i giovani, a capire cosa sanno, cosa vogliono e cosa condividono,  l’importanza di offrire all’assemblea sinodale dei dati reali così che si potesse discutere della realtà dei giovani».