Angeli custodi: aperta ieri la porta santa del giubileo parrocchiale
"La Penitenzieria apostolica – scrive il porporato – concede volentieri dai tesori celesti della Chiesa l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) alla parrocchia e a tutti i fedeli realmente pentiti e sospinti dalla carità, che potranno applicarla anche alle anime del Purgatorio, a condizione che essi si rechino in pellegrinaggio e partecipino devotamente ai riti giubilari. O quantomeno, che si predispongano in preghiera per un congruo lasso di tempo, concludendo con la recita del Padre nostro, del Credo e con un’invocazione alla Beata Vergine Maria"
Nell’ambito dell’anno giubilare indetto dalla parrocchia pescarese degli Angeli Custodi, in occasione dei 50 anni dalla sua fondazione, ieri pomeriggio alle 17 è stato il parroco di Moscufo don Fulvio Di Fulvio ad aprire la porta santa, nell’ambito della Santa messa da lui presieduta e concelebrata con il parroco locale don Massimiliano De Luca, attraverso la quale sarà possibile lucrare l’indulgenza plenaria fino al 9 giugno 2019.
È quanto previsto dal decreto emanato dalla Penitenzieria apostolica vaticana, a firma del penitenziere maggiore cardinale Mauro Piacenza: «La Penitenzieria apostolica – scrive il porporato – concede volentieri dai tesori celesti della Chiesa l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) alla parrocchia e a tutti i fedeli realmente pentiti e sospinti dalla carità, che potranno applicarla anche alle anime del Purgatorio, a condizione che essi si rechino in pellegrinaggio e partecipino devotamente ai riti giubilari. O quantomeno, che si predispongano in preghiera per un congruo lasso di tempo, concludendo con la recita del Padre nostro, del Credo e con un’invocazione alla Beata Vergine Maria».
Un occhio di riguardo è stato rivolto agli anziani, ai malati e quanti saranno impossibilitati ad uscire di casa, che comunque vorranno lucrare dell’indulgenza plenaria: «Potranno ugualmente ottenerla – precisa il decreto della Penitenzieria apostolica -, proponendosi di non peccare più e adempiendo, non appena possibile, alle tre consuete condizioni, se si uniranno spiritualmente alle celebrazioni giubilari e offriranno le preghiere e le sofferenze della propria vita a Dio misericordioso».
Nel decreto, il cardinale Piacenza ha anche invitato i sacerdoti ad «accogliere le confessioni, ad offrirsi con animo disponibile e generoso alla celebrazione del sacramento della Riconciliazione», affinché l’accesso al perdono di Dio possa essere conseguito più facilmente grazie alle carità pastorale.