Crisi economica: “Una parte del Paese sta reagendo bene”
«Inoltre – aggiunge in conclusione Pagnoncelli – bisogna tenere conto che il dibattito politico, e l’affermazione di forze che chiamiamo ‘populiste’, hanno alcuni effetti profondi che cambiano anche i sentimenti di fondo. Prima di tutto la creazione di nemici, uno dei temi classici della reazione populista agli attacchi esterni. Questo semplifica, banalizza e estremizza. Poi appunto la semplificazione, l’idea che ci siano risposte semplici a problemi complessi. Anche questo favorisce un impoverimento e un incattivimento del dibattito».

«Nonostante la situazione economica e occupazionale, una parte del nostro Paese sta reagendo in modo trasversale alla crisi». Lo dice in un’intervista al Sir, il presidente di Ipsos Italia, Nando Pagnoncelli.
«Il tessuto di relazioni e di solidarietà – afferma – è davvero più ampio e vasto di quello che appare. Non siamo solo chiusi nelle nostre paure o nel livore dei social».
«Ci sono condizioni di reazione che non sono solo collegate ai riferimenti politici – osserva Pagnoncelli – c’è un pezzo di paese che si muove per reagire, trasversalmente, alla crisi e al rischio di tornare indietro. Ci sono anche le condizioni perché questo pezzo faccia sistema. Il rischio però è di lasciare indietro aree che non sono in grado di tenere il passo. Per questo è necessario che la politica si faccia carico del problema. Magari in maniera più organica e prospettica di quanto emerge dalla manovra».
«In parte certamente – evidenzia – c’è una corrente di fondo caratterizzata da livore, rancore, chiusura e l’immigrazione ne è l’elemento più visibile, poiché assume appunto il ruolo del capro espiatorio, su cui si concentrano le colpe di una globalizzazione mal gestita che ha impoverito la nazione e in particolare il ceto medio».
«Inoltre – aggiunge in conclusione Pagnoncelli – bisogna tenere conto che il dibattito politico, e l’affermazione di forze che chiamiamo ‘populiste’, hanno alcuni effetti profondi che cambiano anche i sentimenti di fondo. Prima di tutto la creazione di nemici, uno dei temi classici della reazione populista agli attacchi esterni. Questo semplifica, banalizza e estremizza. Poi appunto la semplificazione, l’idea che ci siano risposte semplici a problemi complessi. Anche questo favorisce un impoverimento e un incattivimento del dibattito».