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Minori stranieri non accompagnati in Italia: “A rischio violenza, abusi e sfruttamento”

"La nostra generazione – osserva Ibrahim, di 17 anni, proveniente dalla Guinea - rischia di perdersi anche quando diventiamo irregolari o clandestini in un Paese di cui conosciamo poco. Succede quando aspettiamo un documento che non arriva, quando aspettiamo mesi prima di ottenere il permesso di soggiorno. Chiediamo protezione e accoglienza, che non significa solo avere un letto dove dormire. Significa accompagnare, informare, aiutare a capire il nuovo contesto, elementi che compiono l’accoglienza nel suo vero senso. Noi tutti dovremmo avere il diritto di esprimerci e di avere una chance nel futuro"

È emerso dal Report 2018 sul Programma Unicef in Italia a sostegno dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati presentato oggi

Nel 2018 sono arrivati via mare in Italia 3.536 minorenni stranieri non accompagnati (Msna), 10.787 sono i minorenni stranieri non accompagnati presenti in Italia, dato in calo rispetto alle 18 mila presenze registrate a fine 2017, a causa della diminuzione degli arrivi e al compimento della maggiore età di molti bambini e adolescenti sbarcati negli ultimi due anni. Gli irreperibili, ovvero quei minorenni non accompagnati di cui si sono perse le tracce, sono 5.229. Sono alcuni dati contenuti nel nuovo Report 2018 sul Programma Unicef in Italia a sostegno dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati, diffuso oggi.

Nel Rapporto si legge che sono cambiate anche le principali nazionalità d’arrivo: «Se nel 2017 le prime nazionalità di minorenni stranieri non accompagnati per numero di sbarchi erano soprattutto dei Paesi subsahariani dell’Africa occidentale – emerge dai dati -, nel 2018 sono state di Albania ed Egitto. Nel 2018, grazie al programma in Italia, l’Unicef ha raggiunto circa 7.000 giovani migranti e rifugiati».

Anna Riatti, coordinatrice Unicef per il programma in Italia

Di questi 2.191 hanno beneficiato del miglioramento dei servizi e delle condizioni di accoglienza, 243 hanno beneficiato del sistema di tutela con 198 i tutori volontari supportati, 310 sono famiglie/singoli formati per l’affido e primi affidamenti sono stati lanciati con successo, 1.520 minorenni sono stati identificati, supportati e orientati ai servizi nelle aree di transito, circa 1.500 minorenni hanno partecipato ad attività socio-ricreative, 500 hanno beneficiato di programmi di sviluppo delle competenze, oltre 1.100 sono stati i giovani migranti e rifugiati a cui si è data voce attraverso la piattaforma U-Report on the Move: «Il programma dell’Unicef in Italia a sostegno dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati – spiega Anna Riatti, coordinatrice Unicef per il programma in Italia – mira alla loro protezione e inclusione sociale. L’ascolto e la partecipazione dei ragazzi, il coordinamento con le istituzioni di riferimento, i molteplici partenariati, la ricerca, l’innovazione e lo scambio di buone pratiche sono alla base del nostro lavoro in Italia».

Tra l’altro i minorenni rifugiati e migranti, soprattutto quelli che viaggiano da soli: «Sono particolarmente vulnerabili a violenza, abusi, sfruttamento e discriminazione – sottolinea la Riatti -. La sfida è riuscire a raggiungerli con il nostro intervento e restituire un volto e un futuro a quelle storie che nella cronaca sono spesso presentate come numeri».

Francesco Samengo, presidente Unicef Italia

L’Unicef ha anche lavorato (soprattutto in zone di transito come Roma e Ventimiglia) a sostegno degli irreperibili, ragazzi che si allontanano dalle strutture di accoglienza, diventando così estremamente a rischio di violenze, abusi, sfruttamento anche sessuale e traffico di esseri umani. Nel 2018 l’Unicef ha anche iniziato un programma di rafforzamento del sistema di prevenzione e risposta alla violenza di genere, con un focus sulla violenza sessuale: «Il contesto operativo di riferimento, alla base dell’azione dell’Unicef in Italia – ricorda Francesco Samengo, presidente dell’Unicef Italia – è la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, di cui quest’anno ricorrono i 30 anni dall’approvazione. Gli interventi, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, vogliono realizzare le condizioni di inclusione e uguaglianza, senza alcuna esclusione. Investire nei target approvati dalla comunità internazionale è necessario, per realizzare il superiore interesse dei minorenni coinvolti nei processi di migrazione».

Per il 2019 l’Unicef conferma la presenza in Italia a supporto dei minorenni stranieri non accompagnati, con l’obiettivo di raggiungere circa 6.000 giovani migranti e rifugiati.Gli interventi richiederanno un impegno finanziario di circa 3.850.000 dollari, ma attualmente manca il 30% dei fondi necessari per raggiungere questi risultati: «La nostra generazione – osserva Ibrahim, di 17 anni, proveniente dalla Guinea, parlando a nome dei suoi coetanei migranti e rifugiati in Italia – rischia di perdersi anche quando diventiamo irregolari o clandestini in un Paese di cui conosciamo poco. Succede quando aspettiamo un documento che non arriva, quando aspettiamo mesi prima di ottenere il permesso di soggiorno. Chiediamo protezione e accoglienza, che non significa solo avere un letto dove dormire. Significa accompagnare, informare, aiutare a capire il nuovo contesto, elementi che compiono l’accoglienza nel suo vero senso. Noi tutti dovremmo avere il diritto di esprimerci e di avere una chance nel futuro, non solo come migranti ma prima di tutto in quanto esseri umani».

About Davide De Amicis (4359 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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