Amazzonia: “15-20 anni per evitarne la scomparsa”
"Dobbiamo mettere in atto conoscenze – raccomanda Nobre - secondo un nuovo modello di economia sostenibile, che possa aiutare le popolazioni locali. Un’economia decentrata, che non è urbanizzazione"

«Quindici o vent’anni». È questo il tempo che abbiamo a disposizione per scongiurare la totale scomparsa della foresta amazzonica, secondo lo scienziato e Premio Nobel per la pace 2007 Carlos Alfonso Nobre, che oggi è intervenuto ai lavori del Sinodo per l’Amazzonia in corso in Vaticano: «Lo stesso tempo – ricorda – che abbiamo a disposizione per ridurre le emissioni di carbonio e scongiurare così il rischio di un’enorme crisi climatica».
L’esperto ha poi fatto notare come l’Amazzonia abbia «un ruolo determinante per il futuro della sostenibilità del nostro pianeta, ma purtroppo siamo molto vicini ad un collasso della foresta».
Un dato, quest’ultimo, sul quale ormai la comunità scientifica concorda: «Il ciclo di scomposizione della foresta, destinata a diventare una savana, è irreversibile – approfondisce Nobre -. Ora siamo al 15% della deforestazione, cioè molto vicini al punto di non ritorno, con tassi di disboscamento e di incendi che aumentano, come abbiamo visto anche di recente».
Di fronte a questo quadro della scienza, secondo lo scienziato, la tecnologia, se non diventa tecnocrazia, può essere un aiuto e non un ostacolo: «Dobbiamo mettere in atto conoscenze – raccomanda – secondo un nuovo modello di economia sostenibile, che possa aiutare le popolazioni locali. Un’economia decentrata, che non è urbanizzazione».
Infine, durante i briefing quotidiano, l’esperto è stato interpellato dai giornalisti sul “negazionismo scientifico” di chi non crede nel riscaldamento globale: «È una delle minacce più grandi – conclude -, che non viene però dalla maggioranza della popolazione del mondo, che rispetta la voce della scienza. Si tratta di una quota molto piccola, non della popolazione, ma dei rappresentanti di quegli interessi economici che hanno dominato in questi anni».