Opera tua: pochi giorni per votare l’opera da restaurare
"Siamo profondamente lusingati - afferma don Michele Cocomazzi, vicario foraneo della Val Fino - per questo segno di particolare benevolenza, da parte della realtà che si premura di patrocinare il restauro di queste opere e speriamo di poter essere degni di queste attenzioni. Il nostro scopo è essenzialmente pastorale, ma ci rendiamo conto di essere anche custodi di un patrimonio artistico che dobbiamo tutelare e promuovere"

Ancora per nove giorni, fino al 30 novembre, sul sito web di Coop Alleanza 3.0, i soci della nota azienda della Grande distribuzione potranno votare quale opera d’arte far restaurare tra la croce processionale del ’400 in lamina d’argento e rame dorato e smaltato, opera di orafi sulmonesi, conservata nella chiesa di San Donato Martire a Castiglione Messer Raimondo, e la statua di terracotta policroma raffigurante la Madonna adorante, del XVI secolo, conservata nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Bisenti.
È quanto previsto dal progetto Opera tua, promosso dal Touring club italiano e sostenuto da Coop Alleanza 3.0 con un finanziamento di 8 mila euro, presentato lunedì sera nella Biblioteca diocesana Carlo Maria Martini della Cura diocesana di Pescara-Penne. Le due località, seppur situate in provincia di Teramo, insistono nel territorio dell’arcidiocesi di Pescara-Penne ed è stato proprio l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti ad aprire la conferenza: «Il principio generale – esordisce il presule – che noi cerchiamo di portare avanti nel nostro cammino di tutela e conservazione delle opere d’arte, che riguardano l’arte sacra, è essenzialmente quello di restituire all’ente locale proprietario del bene, in questo caso le parrocchie di Castiglione Messer Raimondo e Bisenti, le opere d’arte che sicuramente appartengono al patrimonio storico-artistico di quella comunità. E allora è bene che quelle comunità possano continuare ad usufruire di quel bene, che i loro avi hanno donato alla vita della comunità e alla vita della fede della Chiesa. Naturalmente con le giuste tutele, perché chiaramente quando si tratta di opere di una certa preziosità, bisogna avere delle accortezze precise e su questo ci sono degli obblighi precisi posti dalla Soprintendenza, ma abbiamo anche il sostegno economico della Conferenza episcopale italiana che ci mette a disposizione qualche sovvenzione, per installare eventuali allarmi all’interno delle Chiese. Quando questo non potesse succedere, allora noi provvederemo a raccogliere le opere d’arte più significative – che si trovano particolarmente nella zona vestina e in quella teramana – nel nostro costituendo museo storico di Penne, che stiamo cercando di riportare al suo spessore e alla sua originaria vocazione. Anche perché la realtà storica della nostra realtà diocesana, non tanto per la parte costiera di Pescara ma quanto la parte interna – che faceva parte della storica e gloriosa diocesi di Penne – è abbastanza ricca di opere d’arte. Non possiamo far altro che ringraziare e applaudire chi ci ha dato la possibilità, il Touring club italiano che patrocina e la Coop che ci ha dato un grande aiuto, di realizzare questo restauro».
Una bella opportunità sottolineata anche dal presidente della Commissione arte sacra dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, don Paolo Curioni: «È stata senz’altro una bella occasione – sottolinea il presbitero – per mettere in risalto queste opere d’arte. Auguro che queste iniziative si ripetano frequentemente ed è importante promuovere la conoscenza di questo lavoro di recupero nelle nostro comunità parrocchiali, perché deve crescere la sensibilità della custodia di beni che le nostre comunità ci hanno donato come espressione di fede e di bellezza, che dobbiamo trasmettere alle generazioni future».
Le due opere, oggetto del concorso indetto da Coop Alleanza 3.0, hanno delle caratteristiche molto particolari: «La statua in terracotta – approfondisce Paola Di Tommaso, responsabile dell’Ufficio diocesano per il Beni culturali – è una Madonna adorante, seduta in preghiera su di uno sgabello. Dall’analisi dell’opera, si tratta di una statua di fine 1400 inizio 1500 probabilmente attribuita a Gagliardelli di Città Sant’Angelo. La statua presenta delle “stranezze”, avendo una corona che non è pertinente e che va considerata un atto di devozione non previsto inizialmente. Anche il Bambino fa porre qualche dubbio e non dovrebbe essere quello originale. L’opera è stata dipinta con una doratura piuttosto importante, ma all’inizio era policroma. Tra l’altro abbiamo altri esempi di Madonne completamente acrome e, se questa dovesse andare in restauro, vedremo cosa celerà questa doratura. Comunque tutti questi passaggi, la sostituzione del bambino, la sistemazione della corona e la doratura della statua, sono manifestazioni di attaccamento alla statua, all’iconografia della Vergine. La croce processionale di Castiglione Messer Raimondo è un bellissimo esemplare in lamina, risalente alla prima metà del 1400, probabilmente di scuola sulmonese o di scuola guardiese, con delle formelle smaltate nella parte posteriore e delle figurine che però sono state spostate. Al centro c’è Cristo crocifisso, ai suoi piedi c’è San Nicola di Bari benedicente, mentre ai lati c’è la Madonna di San Giovanni. Nel retro della croce, il Padre eterno doveva essere sopra al Cristo come iconografia regolare».
Un progetto, quella del concorso per il restauro delle due opere, apprezzato dal vicario foraneo della Val Fino e parroco di Castiglione Messer Raimondo don Michele Cocomazzi: «Le nostre parrocchie – racconta – vivono in un contesto di profonda comunione tra loro e non siamo per nulla in competizione su questa iniziativa. Sarei felicissimo se l’opera oggetto del restauro dovesse essere la Madonna di terracotta di Bisenti in primis perché non mi sentirei assolutamente messo da parte, trattandosi comunque della mia forania, se il comune di Bisenti ne traesse beneficio. Parliamo di località che hanno subito il dramma del terremoto nel 2016. Queste scosse telluriche hanno provato fortemente la popolazione locale. La nostra forania, che comprende sei comuni, prima del terremoto non arrivava a 10 mila abitanti e dopo gli eventi sismici questo numero è notevolmente calato. Le chiese sono quasi tutte rimaste inagibili, ma mentre quella di Castiglione verrà riaperta il 15 dicembre dopo imponenti lavori di consolidamento strutturale, quella di Bisenti ne avrà ancora per un bel po’. Quindi il restauro della statua mariana potrebbe essere un bel segno di speranza per la comunità bisentina. Comunque, siamo profondamente lusingati per questo segno di particolare benevolenza, da parte della realtà che si premura di patrocinare il restauro di queste opere e speriamo di poter essere degni di queste attenzioni. Il nostro scopo è essenzialmente pastorale, ma ci rendiamo conto di essere anche custodi di un patrimonio artistico che dobbiamo tutelare e promuovere».
Altrettanto soddisfatto si è mostrato anche il parroco di Bisenti, don Luigi Marrone: «Oltre al valore storico-artistico – aggiunge il sacerdote -, vorrei sottolineare il valore profondamente devozionale che lega i bisentini all’opera. Appena giunto in paese, è stata una delle opere che mi hanno colpito dentro la chiesa e ho pensato che la statua dovesse essere restaurata. Così, appena si è presentata l’occasione, ho subito detto sì. La Madonna di terracotta è un’opera a cui sono legati tutti i bisentini. Posso confermarlo perché ogni anno, in occasione della festa di Santa Maria degli Angeli a cui è intitolata la chiesa che ospita la statua, noto che tutti i fedeli che entrano vanno verso quella statua, proprio perché ha un valore storico, artistico, spirituale e culturale legato alla leggenda della Madonna ritrovata miracolosamente intatta sulle sponde del fiume Fino e portata solennemente in processione a Bisenti. E poi c’è il legame con Santa Maria degli Angeli di Assisi. Ci auguriamo che la statua venga restaurata, perché possa tornare fruibile a tutti».
Ma l’impegno del Touring club non si fermerà col recupero di una delle due opere: «Innanzitutto – conclude Elio Torlontano, console regionale del Touring club italiano e coordinatore del Club di territorio di Pescara – abbiamo pensato di sollecitare i nostri soci, che fossero anche soci Coop, a votare le opere e una volta che sarà stata scelta quella da restaurare, pensiamo di visitare l’opera nel corso dei lavori per conoscere e spiegare le tecniche utilizzate. Infine, quando l’opera verrà restituita, vorremmo andare a vederla visitando entrambi i paesi. Due belle località, che però sono lontane dai flussi turistici. Noi ci occupiamo proprio di promuovere il territorio, con le sue bellezze, e questi due paesi sono splendidi e hanno una posizione paesaggistica meravigliosa. Hanno tradizioni molto belle e sentite, hanno una storia importante e una gastronomia non da poco. Li visiteremo per promuoverli e dare un contributo importante per la conoscenza delle opere».