“I malati sono il tempio più prezioso di Dio”
"Siete il tempio - sottolinea l'arcivescovo Valentinetti - che maggiormente dobbiamo custodire, siete il tempio che non ha bisogno di nessuna purificazione. Siete il tempio da cui si innalza la continua lode della vostra vita al Signore, anche se qualche volta non potete, ma lo Spirito emette – dice San Paolo – gemiti inesprimibili, che salgono a Dio come lode perenne della sua esistenza e soprattutto della vostra e anche della nostra povera vita"
«È una festa di gioia» quella della Beata Vergine Maria di Lourdes, celebrata ieri anche nell’arcidiocesi di Pescara-Penne in occasione della ventottesima Giornata mondiale del malato dal tema “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). L’ha definita così l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti, che ha presieduto la santa messa serale nella parrocchia pescarese della Visitazione della Beata Vergine Maria, alla presenza di decine di malati e disabili accompagnati dagli operatori della sottosezione Unitalsi e dell’Avulss di Pescara: «È una festa di gioia – premette il presule – per tutti coloro che vivono il mistero della sofferenza e della disabilità, perché vogliamo realmente sentirci uniti gli uni gli altri nell’offerta della nostra vita. Questo è il vero tempio di Dio, dal quale si innalza una lode incessante nonostante le grandi difficoltà e le fatiche della vita».
A tal proposito, durante l’omelia, l’arcivescovo Valentinetti ha chiesto ai fedeli “Qual è il vostro tempio da consacrare a Dio?”: «Voi direte subito – risponde – “Questa bella chiesa”. Ma c’è di più. Forse dobbiamo andare più in profondità, perché la chiesa è fatta di mura che sicuramente servono per la lode di Dio, ma c’è un altro tempio che dobbiamo consacrare al Signore e sapete qual è? Il nostro corpo, la nostra vita, così com’è. La vita di questi fratelli e di queste sorelle che sono in carrozzina, la vita di chi non ci vede, la vita di chi non può camminare, la vita di noi che stiamo bene. Tutta la vita, ogni vita, è tempio del Signore da cui si innalza una grande lode e un grande ringraziamento, una grande richiesta di essere di essere continuamente ascoltati e continuamente perdonati, perché abbiamo bisogno tutti di questa infinita misericordia che si stende su di noi. Un’infinita misericordia che fa di noi un popolo santo e che, soprattutto, fa di noi un tempio puro».
Quindi l’arcivescovo di Pescara-Penne ha fatto riferimento al Vangelo di ieri: «Gli scribi, i farisei, i dottori della legge, i giudei – osserva – pensavano che la purezza davanti a Dio fosse quella di lavarsi le mani in continuazione e di non mangiare cibo con mani non lavate, di pulire stoviglie, bicchieri e quant’altro. Gesù dice “No, non è la purezza che voglio. Voglio la purezza della vostra vita, delle vostre intenzioni, di quello che fate in continuazione. Voglio la purezza di questo tempio così com’è, così com’è stato creato e così come si è evoluto nel tempo”. Ma questo è il tempio puro che innalza la preghiera, l’intercessione, l’amore e accoglie la misericordia che viene dal Signore. Perciò, cari fratelli e care sorelle che questa sera celebrate la festa della Madonna di Lourdes, ripensando ai tanti pellegrinaggi che avete vissuto e che abbiamo vissuto anche insieme, ricordate che anche voi che siete in carrozzella, anche voi che non potete vedere, anche voi che non potete camminare siete il tempio di Dio e, forse, siete il tempio più prezioso. Siete il tempio che maggiormente dobbiamo custodire, siete il tempio che non ha bisogno di nessuna purificazione. Siete il tempio da cui si innalza la continua lode della vostra vita al Signore, anche se qualche volta non potete, ma lo Spirito emette – dice San Paolo – gemiti inesprimibili, che salgono a Dio come lode perenne della sua esistenza e soprattutto della vostra e anche della nostra povera vita».
Infine, monsignor Tommaso Valentinetti ha espresso un auspicio: «La Vergine Maria, colei che è il tempio santo per eccellenza – afferma -, ci dia la grazia di immergerci dentro quel cuore bellissimo della sua vita e della sua esistenza, perché si fondano queste lodi e questi ringraziamenti e salgano al Padre che è nei cieli».
Al termine della liturgia eucaristica, ad ogni partecipante è stato regalato un fiore – che inizialmente aveva composto una croce – realizzato dai disabili che frequentano l’Unitalsi e l’Istituto Don Orione di Pescara, oltre ai soci down della Cooperativa Il sorriso: «Sono fiori costruiti con le loro mani – sottolinea Lucia Maiolino, componente della Consulta diocesana della Pastorale della salute – e vogliono significare la nostra offerta al Signore, la nostra gioia nella sofferenza e nell’essere figli amati. Questi fiori sono noi stessi che ci siamo offerti alla croce di Cristo. Fiori che sono stati donati soprattutto alle persone sofferenti, perché nel retro c’era un bigliettino con una frase tratta dal Vangelo, dai discorsi di Papa Francesco e del Beato Luigi Novarese. Questo gesto voleva essere un augurio e un incoraggiamento, perché questa giornata l’abbiamo voluta dedicare insieme al Signore e vogliamo che Lui ci regali qualcosa, oltre all’Eucaristia e oltre alla sua Parola, da portare e casa e da poter riguardare soprattutto nei momenti di sconforto».
Prima della messa, i partecipanti della Giornata mondiale del malato hanno vissuto un momento di riflessione e festa, introdotto dal direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute don Giancarlo Mandelli, intrattenuti dalla musica folk abruzzese suonata e cantata dal vivo dalla corale di Spoltore “Armonie d’Abruzzo in canto”.