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Di una storia di acqua “…che va promettendo una notte fresca come un domani”

In questa breve nota il nuovo intenso romanzo di Paolo Malaguti, che ci invita ad un'immersione nelle acque dei fiumi veneti negli anni Sessanta, visti attraverso gli occhi di un adolescente in cerca di identità

L’acqua può diventare un elemento in grado di plasmare le vite delle persone, di modificarle, di renderle diverse? La risposta pare scontata, già a partire dal fatto che lo stesso nostro corpo è fatto di una notevole percentuale di acqua; l’ultimo romanzo di Paolo Malaguti, Se l’acqua ride (Einaudi, 2020) è un ulteriore esempio -seppur letterario- di come questo elemento vitale possa agire in maniera significativa nella vita delle persone.

Siamo a metà degli anni Sessanta del Novecento, in Veneto, precisamente nel paese di Battaglia (l’odierna Battaglia Terme) e stringendo ancora di più l’obbiettivo ci ritroviamo sulla barca dei Baretta, una famiglia di barcari; quello del barcaro è mestiere antico e nobile, permeato anche di un velo di mistero: «il timore e il rispetto per l’acqua e le barche sono inculcati pure attraverso i racconti delle nonne» (pag.18). Così ricorda il protagonista Ganbeto, quattordicenne alle prese con quel mondo paesano in cui le scelte possibili dopo la scuola erano poche e molto chiare: «c’è chi va operaio alla Fabrica, chi sta nei campi, chi parte sui burci» (pag.18).

La professione del barcaiolo rappresenta un taglio definitivo nell’identità delle persone, marca un prima e un dopo in coloro che la scelgono, a tal punto che queste “perdono” il loro nome di battesimo a favore di quello “da barcaro”: è ciò che accade allo stesso Ganbeto (nome che indica un ferro ricurvo a U) e a suo nonno Caronte, il paròn del burcio sul quale l’adolescente sale, per imparare il mestiere.

Da quel momento, da quando Ganbeto sale sulla “Teresina” (il nome della barca) la sua vita cambia e cambia anche la prospettiva con la quale guarda la realtà di un mondo che corre veloce verso la modernità; l’acqua è capace di «accelerargli la corsa del cuore» (pag.55), di donargli esperienze ed emozioni enormi, di insegnargli la sensibilità necessaria a comprendere la voce della natura e quella della propria interiorità. E il nonno Caronte con il suo bagaglio di copricapi sui generis e di vita vissuta sarà la guida complementare e necessaria alla sua crescita, la quale col tempo gli permetterà di capire quale sarà la “sua” strada e come rispondere alle sollecitazioni di un mondo in continuo mutamento.

Malaguti ha scritto un romanzo in cui ogni singola parola ha la sua consistenza, ove il dialetto veneto si inserisce dandoci l’esatta percezione di quanto è chiamato a descrivere o a raccontare; così ritroviamo in concreto una «pulsione verso l’esattezza», come la riferisce Calvino nelle Lezioni americane (nello specifico in quella dedicata all’ “esattezza”), un tipo di conoscenza che «si muove in uno spazio gremito d’oggetti» e che nel racconto cerca «un adeguamento minuzioso dello scritto al non scritto, alla totalità del dicibile e del non dicibile» (pag.74).

Leggere questo romanzo significa poi fare un tuffo in un passato che non c’è più ma che è stato fondamentale per la costruzione della nostra realtà contemporanea (in positivo e in negativo); allo stesso tempo ci ricorda anche quanto il cammino dell’uomo sia stato sempre accompagnato dalla natura, fedele alleato nella sua maturazione, al di là dei nostri (frequenti) tradimenti.

Va in ultimo sottolineata la presenza di un glossario dei barcari di fiume e di una bibliografia, a testimonianza del lavoro di scavo di Malaguti e della sua grande attenzione per il lettore.

Abbiamo avuto il piacere di parlare del libro con l’autore, qui il video: https://www.youtube.com/watch?v=iLjDFB1guOg

About Luca Mazzocchetti (50 Articles)
Nato il 2 luglio del 1985. Studia Lettere moderne all'Università "G. D'Annunzio"di Chieti e poi Didattica dell'italiano come L2 e LS presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere nella sede di Pescara della stessa Università. Ha frequentato la Scuola vaticana di biblioteconomia. Bibliotecario professionista, membro del Comitato Esecutivo Regionale dell' AIB (Associazione Italiana Biblioteche), sezione Abruzzo; docente di scuola secondaria e già professore dell'ISSR "G. Toniolo" di Pescara; direttore della biblioteca "Carlo Maria Martini" e dell'archivio storico dell'Arcidiocesi di Pescara - Penne. Ha scritto diversi articoli per riviste professionali, come "Biblioteche oggi" e "Bibelot: notizie dalle Biblioteche toscane".