Parola di Dio: “È l’antidoto alla paura di restare soli di fronte alla vita”
"La Parola ci fa vicini a Dio - ricorda il Papa -, non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case. Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all’inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio"

Dopo il riacutizzarsi di una sciatalgia che fa fermato Papa Francesco, stamani è stato il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione monsignor Rino Fisichella a presiedere la santa messa per la Domenica della Parola di Dio, nella basilica di San Pietro, leggendo l’omelia del Ponfefice: «Prima di ogni altra cosa – scrive il Papa – va creduto e annunciato che Dio si è avvicinato a noi, che siamo stati graziati, misericordiati. Prima di ogni nostra parola su Dio c’è la sua Parola per noi, che continua a dirci “Non temere, sono con te. Ti sono vicino e ti starò vicino”. La Parola di Dio ci permette di toccare con mano questa vicinanza, perché – dice il Deuteronomio – non è lontana da noi, ma è vicina al nostro cuore. È l’antidoto alla paura di restare soli di fronte alla vita. Il Signore, infatti, attraverso la sua Parola con-sola, cioè sta con chi è solo. Parlandoci, ci ricorda che siamo nel suo cuore, preziosi ai suoi occhi, custoditi nelle palme delle sue mani. Dio è vicino. Il suo regno è sceso in terra. Dio non sta, come siamo spesso tentati di pensare, lassù nei cieli lontano, separato dalla condizione umana, ma è con noi. Il tempo della distanza è finito quando in Gesù si è fatto uomo. Da allora Dio è vicinissimo; dalla nostra umanità mai si staccherà e mai di essa si stancherà. Questa vicinanza è l’inizio del Vangelo, è ciò che – sottolinea il testo – Gesù ‘diceva’. Non lo disse una volta e basta, lo diceva, cioè lo ripeteva di continuo. “Dio è vicino” era il leitmotiv del suo annuncio, il cuore del suo messaggio. Se questo è l’inizio e il ritornello della predicazione di Gesù, non può che essere la costante della vita e dell’annuncio cristiano».
E se Dio è così vicino a noi, a detta del Santo Padre, «prendere le distanze da Lui e dagli altri pensando solo a sé non è cristiano». Questo l’ammonimento rivolto da Papa Bergoglio ai credenti: «La Parola di Dio – ribadisce – infonde questa pace, ma non lascia in pace. È Parola di consolazione, ma anche di conversione. “Convertitevi”, dice infatti Gesù subito dopo aver proclamato la vicinanza di Dio. Perché con la sua vicinanza è finito il tempo in cui si prendono le distanze da Dio e dagli altri, è finito il tempo in cui ciascuno pensa a sé e va avanti per conto proprio. Questo non è cristiano, perché chi fa esperienza della vicinanza di Dio non può distanziare il prossimo, non può allontanarlo nell’indifferenza».
Questo perché, secondo Papa Francesco, chi frequenta la Parola di Dio riceve dei salutari ribaltamenti esistenziali: «Scopre che la vita – precisa – non è il tempo per guardarsi dagli altri e proteggere sé stessi, ma l’occasione per andare incontro agli altri nel nome del Dio vicino. Così la Parola, seminata nel terreno del nostro cuore, ci porta a seminare speranza attraverso la vicinanza. Proprio come fa Dio con noi».
Dunque, tra Dio e l’uomo non esistono distanze: «Nessuno è ai margini del cuore di Dio – assicura il Pontefice -. Gesù si rivolge prima di tutto a dei pescatori della Galilea. Erano persone semplici, che vivevano del frutto delle loro mani lavorando duramente notte e giorno. Non erano esperti nelle Scritture e non spiccavano certo per scienza e cultura. Abitavano una regione composita, con vari popoli, etnie e culti. Era il luogo più lontano dalla purezza religiosa di Gerusalemme, il più distante dal cuore del Paese. Ma Gesù comincia da lì, non dal centro ma dalla periferia, e lo fa per dire anche a noi che nessuno è ai margini del cuore di Dio. Tutti possono ricevere la sua Parola e incontrarlo di persona – scrive il Papa -. Gesù parla di Dio nel cuore della società, a tutti, lì dove sono. E non parla in orari e tempi stabiliti. Parla “passando lungo il mare” a dei pescatori “mentre gettavano le reti”. Si rivolge alle persone nei luoghi e nei momenti più ordinari. Ecco la forza universale della Parola di Dio, che raggiunge tutti ed ogni ambito di vita».
Così Dio non conosce neanche le distanze: «Il Signore ci cerca dove siamo – conferma il Santo Padre -, ci ama come siamo e con pazienza accompagna i nostri passi. Come quei pescatori, attende anche noi sulle rive della vita. Con la sua Parola vuole farci cambiare rotta, perché smettiamo di vivacchiare e prendiamo il largo dietro a lui».
Quindi Papa Francesco ha rivolto un appello: «Non rinunciamo alla Parola di Dio. È la lettera d’amore scritta per noi da Colui che ci conosce come nessun altro. Leggendola, sentiamo nuovamente la sua voce, scorgiamo il suo volto, riceviamo il suo Spirito. La Parola ci fa vicini a Dio, non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case. Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all’inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio. Per fare questo, chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo. In quest’Anno liturgico leggiamo quello di Marco, il più semplice e breve. Perché non leggerlo anche da soli, un piccolo passo ogni giorno? Ci farà sentire il Signore vicino e ci infonderà coraggio nel cammino della vita».