Libertà: “Non è il fine, ma lo strumento per raggiungere il bene proprio e altrui”
"La libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti dell’altro. Un uso individualistico della libertà porta, infatti, a strumentalizzare e a rompere le relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente
È “Libertà e vita” il tema della 43ª Giornata per la vita celebrata oggi dalla Chiesa italiana. Per l’occasione, nei mesi scorsi, il Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana ha diffuso un messaggio in cui, innanzitutto, ha ricordato la privazione della libertà a cui tutti siamo stati sottoposti durante il lockdown. Ma, al tempo stesso, ha ricordato anche la cultura della prossimità e la vita che è stata donata per fare fronte comune all’emergenza.
Inoltre, i vescovi hanno posto delle domande per riflettere: qual è il senso della libertà? Qual è il suo significato sociale, politico e religioso? Si è liberi in partenza o lo si diventa con scelte che costruiscono legami liberi e responsabili tra persone? Con la libertà che Dio ci ha donato, quale società vogliamo costruire?: «Sono domande – rispondono i presuli – che in certe stagioni della vita interpellano ognuno di noi, mentre torna alla mente il messaggio chiaro del Vangelo “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). I discepoli di Gesù sanno che la libertà si può perdere, fino a trasformarsi in catene: “Cristo ci ha liberati – afferma san Paolo – perché restassimo liberi; state saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1)».
Da qui il senso della ricorrenza: «La Giornata per la Vita 2021 – si legge nel messaggio dei vescovi italiani – vuol essere un’occasione preziosa per sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà, nella prospettiva di un suo esercizio a servizio della vita. La libertà non è il fine, ma lo “strumento” per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso».
Quindi, il Consiglio episcopale permanente ha fato notare come, in realtà, la vera questione non sia la libertà, ma l’uso che ne viene fatto: «La libertà può distruggere se stessa – ammonisce la Cei -, si può perdere! Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente. Del resto, la libertà del singolo che si ripiega su di sé diventa chiusura e violenza nei confronti dell’altro. Un uso individualistico della libertà porta, infatti, a strumentalizzare e a rompere le relazioni, distrugge la “casa comune”, rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone. Papa Francesco ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione (cfr. Udienza 12 settembre 2018)».
In seguito il messaggio della Cei ha approfondito il binomio libertà e vita, definendolo inscindibile: «Costituisce un’alleanza feconda e lieta – si legge nel messaggio -, che Dio ha impresso nell’animo umano per consentirgli di essere davvero felice. Senza il dono della libertà l’umanità non sarebbe se stessa, né potrebbe dirsi autenticamente legata a Colui che l’ha creata; senza il dono della vita non avremmo la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce».
Infine, l’asse che unisce la libertà e la vita è la responsabilità: «Essa – conclude la Cei – è la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza. La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità. Responsabilità significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone. Senza responsabilità, libertà e vita sono destinate a entrare in conflitto tra loro; rimangono, comunque, incapaci di esprimersi pienamente».