Sinodo della Chiesa italiana: “Vuol dire essere, fare e camminare insieme”
"La nostra riflessione sul cammino sinodale – sottolinea Bassetti - si fonda sul nuovo umanesimo in Cristo Gesù, tratteggiato al Convegno di Firenze, e sulla realtà attuale, che parla di sofferenza, smarrimento, rabbia e angoscia per il futuro"

«Essere insieme, fare insieme e camminare insieme». Sono questi, per il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, tre spunti per intraprendere il “cammino sinodale” della Chiesa italiana chiesto da Papa Francesco lo scorso 30 gennaio, così da riprendere il cammino da egli stesso indicato nel 2015 al Convegno di Firenze. Ne ha parlato ieri il porporato nell’introduzione del Consiglio episcopale permanente.
Un altro riferimento citato dal cardinale è stato la Nota pastorale “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” (30 maggio 2004), la quale riconduce agli Orientamenti pastorali per il primo decennio del 2000 “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”: «La nostra riflessione sul cammino sinodale – sottolinea Bassetti – si fonda sul nuovo umanesimo in Cristo Gesù, tratteggiato al Convegno di Firenze, e sulla realtà attuale, che parla di sofferenza, smarrimento, rabbia e angoscia per il futuro. Quali sono le attese delle persone per il futuro? Quali sono le nostre attese, le attese delle nostre Chiese, del Santo Popolo di Dio? Sono le domande che ci devono guidare per non mancare un altro passaggio, forse decisivo, con la storia.

“Essere insieme” significa fare comunità, essere in comunione, avere lo stesso modo di vedere o di sentire, mantenere l’unità nella diversità, prendere decisioni insieme in modo condiviso, assembleare.
“Fare insieme” è la capacità di fare comunione, di produrre qualcosa di comune, di avere in comune lo stesso progetto, perché la sinodalità non è solo fraternità, ma anche sinergia, organicità e, soprattutto, corresponsabilità; non è solo comunione interiore, ma anche esteriore. Questo è il ‘carisma della sintesi’, del camminare insieme, del synodòs appunto. Solo così tutto l’insieme funziona bene per l’edificazione della comunità».
Infine, c’è il “camminare insieme”: «L’aspetto più profondo della sinodalità – osserva il presidente della Cei -, che risponde alla domanda: insieme con chi? Senz’altro insieme gli uni con gli altri, ma prima di tutto con il Signore Risorto. È Lui che, per primo, cammina con noi e noi camminiamo sempre, a volte senza accorgercene, insieme con Lui. È qui il segreto della sinodalità. L’intreccio tra basso e alto, centro e periferia. Il futuro delle nostre Chiese passa da questo movimento continuo e dinamico. Nel suo dipanarsi diventa esso stesso comunità che annuncia, celebra e tesse la rete della fraternità».