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Pandemia: “Volutamente usata per limitare i diritti umani dei popoli”

"La situazione in cui il mondo si trova – spiega Russo – è causata certo dal virus, ma anche da decenni di politiche governative divisive e ostili che hanno vilipeso il valore della dignità umana e i diritti umani. La pandemia è solo la cartina di tornasole. Non andrà tutto bene se non saranno prese decisioni drastiche politiche nel gestire la cosa pubblica"

È questa la grave accusa lanciata ieri da Amnesty international nel suo rapporto 2020-2021

Alcune violenze perpetrate in Burundi

Emanuele Russo, presidente di Amensty international Italia

La pandemia è stata usata come un’arma per contrastare ulteriormente i diritti umani. Più del 56% dei 149 Paesi presi in esame, ha infatti attuato politiche discriminatorie. Lo si evince dal rapporto 2020-2021 sui diritti umani presentato ieri da Amnesty International, che delinea «un mondo in preda al caos, con i sistemi sociali, politici ed economici a pezzi». Lo ha ricordato ieri durante la presentazione Emanuele Russo, presidente di Amnesty International Italia: «La situazione in cui il mondo si trova – spiega – è causata certo dal virus, ma anche da decenni di politiche governative divisive e ostili che hanno vilipeso il valore della dignità umana e i diritti umani. La pandemia è solo la cartina di tornasole. Non andrà tutto bene se non saranno prese decisioni drastiche politiche nel gestire la cosa pubblica. Fino ad adesso non c’è un governo che abbia dimostrato di essere eccezionale come la situazione avrebbe richiesto. Tutte le ricerche dimostrano che la pandemia è stata utilizzata deliberatamente per limitare la fruizione diritti umani da parte delle popolazioni».

Di ciò ne hanno subito maggiormente gli effetti gruppi già ai margini come «donne, rifugiati, migranti, detenuti, ma anche gli anziani abbandonati nelle Rsa in Italia». Il rapporto di Amnesty denuncia, inoltre, «vessazioni da parte del 28% degli Stati nei confronti degli operatori sanitari, che hanno lavorato in condizioni ancora peggiori». In Nicaragua, ad esempio, almeno 16 operatori sanitari sono stati licenziati dopo che avevano denunciato la mancanza dei dispositivi di protezione personale.

E oltre la metà dei Paesi del mondo ha attuato politiche discriminatorie. Per esempio nelle Filippine, secondo Amnesty international, il presidente Rodrigo Duterte ha ordinato alla polizia di uccidere chi protestava o chi causava “problemi” durante le misure di quarantena. Nel Brasile del presidente Bolsonaro, tra gennaio e giugno le forze di polizia hanno ucciso almeno 3181 persone, una media di 17 al giorno. In India, invece, è stata inasprita la repressione contro gli attivisti della società civile, anche attraverso raid nelle abitazioni, con la scusa della lotta al terrorismo. In Cina, infine, il governo ha proseguito a perseguitare gli uiguri e le altre minoranze musulmane del Xinjiang e a Hong Kong, ha fatto entrare in vigore una legge sulla sicurezza nazionale per legittimare la repressione politica.

Ma il rapporto 2020-2021 sui diritti della nota organizzazione non governativa, ricorda anche il conflitto nel Tigray in Etiopia e a Cabo Delgado in Mozambico, le persecuzioni degli uiguri in Cina, le carceri piene di detenuti politici in Egitto, la repressione in Bielorussia, le condanne contro i difensori dei diritti umani in Turchia, il giro di vite contro la società civile in India. E quest’anno il colpo di Stato in Myanmar con oltre 500 vittime tra i manifestanti. E queste ultime vengono considerate solo come alcune dei gravi contesti di violazione dei diritti umani durante il 2020, «un anno terribile per i diritti umani – commenta Amnesty».

Riccardo Noury, portavoce Amnesty international Italia – Foto da Twitter

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha citato poi Patrick Zaki e i suoi 15 mesi e mezzo di detenzione in Egitto, esortando di nuovo il governo italiano a convocare l’ambasciatore egiziano per chiederne il rilascio incondizionato: «In Egitto – denuncia Noury – ci sono tanti Patrick Zaki, con 1.600 prigionieri di coscienza, condizioni di prigionia terribili e tortura all’ordine del giorno. La situazione dei diritti umani peggiora». In Israele sono stati uccisi 31 civili, tra cui 9 minori. Nel corso del 2020 nelle Americhe, invece, «330 mila migranti sono stati espulsi dagli Usa verso il Messico, tra cui 13 mila minori non accompagnati – conclude Noury –. Negli Usa la polizia ha ucciso 1.000 persone. In Brasile sono state uccise 3.181 persone tra gennaio e giugno, il 75% erano neri che vivevano nelle favelas». E sempre nelle Americhe i difensori dei diritti umani uccisi sono stati 264, «l’80% del mondo – conclude l’ong -, di cui 177 solo in Colombia».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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