Gmg locale: “Da vivere. Investire sui giovani per investire sul futuro della Chiesa”
È bene - si legge negli Orientamenti pastorali - che ogni Chiesa particolare offra anche a loro la possibilità di vivere in prima persona, anche se a livello locale, una ‘festa della fede’, un evento forte di testimonianza, di comunione e di preghiera analogo a quelli internazionali, che hanno profondamente segnato l’esistenza di tanti giovani in ogni parte del mondo"

Fare in modo che la Giornata mondiale della gioventù, celebrata a livello locale nella solennità di Cristo Re (dopo lo spostamento in tale data deciso da Papa Francesco, rispetto alla precedente collocazione nella Domenica delle palme), «sia vissuta pienamente come momento di celebrazione con i giovani e per i giovani, così che le giovani generazioni avvertano di essere al centro dell’attenzione e della sollecitudine pastorale della Chiesa».
È questo l’obiettivo degli Orientamenti pastorali elaborati dal Dicastero vaticano per i Laici, la famiglia e la vita, pubblicati oggi: «I giovani vogliono essere coinvolti e apprezzati, per sentirsi coprotagonisti della vita e della missione della Chiesa», si legge nel testo che cita il Sinodo dei vescovi per i giovani, sottolineando che la Gmg celebrata in ciascuna Chiesa particolare «ha grande significato e valore non solo per i giovani che vivono in quella determinata regione, ma per tutta la comunità ecclesiale locale. Alcuni giovani, per oggettive difficoltà di studio, di lavoro o finanziarie, non hanno la possibilità di partecipare alle celebrazioni internazionali di tali Giornate (che si svolgono ogni tre anni). Per questo è bene che ogni Chiesa particolare offra anche a loro la possibilità di vivere in prima persona, anche se a livello locale, una ‘festa della fede’, un evento forte di testimonianza, di comunione e di preghiera analogo a quelli internazionali, che hanno profondamente segnato l’esistenza di tanti giovani in ogni parte del mondo».
E la Gmg celebrata a livello locale serve anche a «sensibilizzare e a formare la comunità ecclesiale nel suo complesso – laici, sacerdoti, consacrati, famiglie, adulti e anziani – perché diventi sempre più consapevole della sua missione di trasmettere la fede alle nuove generazioni».
Quindi la conclusione del documento che rilancia la necessità di puntare sui ragazzi: «Investire sui giovani – sottolineano gli Orientamenti – significa investire nel futuro della Chiesa, significa promuovere le vocazioni, significa avviare in modo efficace la preparazione remota delle famiglie di domani. È, pertanto, un compito vitale per ogni Chiesa locale, non semplicemente un’attività che si aggiunge alle altre».