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Caritas: “Il 70,3% degli assistiti nel 2020 non è più tornato”

"Sul fronte delle povertà di lungo corso – si legge nel dossier Caritas -, le regioni con la più alta percentuale di persone seguite da 5 anni e più (che possiamo assimilare alle condizioni di cronicità) risultano essere Toscana (43%), Umbria (36,4%), Friuli Venezia Giulia (33,1%) e Abruzzo (32,8%)"

Emerge dal XX Rapporto di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale, dal titolo “Oltre l’ostacolo”, pubblicato oggi

Vede il bicchiere mezzo pieno il XX Rapporto di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale dal titolo “Oltre l’ostacolo, pubblicato oggi sul sito www.caritas.it. Infatti, i dati dicono che dei nuovi poveri seguiti nel 2020, il 70,3%, non ha più fatto ricorso ai servizi Caritas. Un elemento, quest’ultimo, che viene considerato un segnale di speranza, nonostante il 29,7% ancora oggi continui a “non farcela”. Comunque, l’ultimo report sulla povertà mostra una situazione in chiaro-scuro, dato che nei primi otto mesi del 2021 sono aumentati del 7,6% il numero di persone assistite dalla rete Caritas in Italia rispetto al 2020, anche se nel post pandemia è calata l’incidenza dei nuovi poveri (il 37% del totale). Le persone incontrate per la prima volta nel 2020 ancora in uno stato di bisogno, costituiscono il 16,1% degli assistiti. Nel 2021 sale, inoltre, la quota di chi vive forme di povertà croniche (27,7%). Infatti, più di una persona su quattro è accompagnata da lungo tempo e con regolarità dal circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali. Così come preoccupa la situazione dei poveri “intermittenti” (19,2%), che oscillano tra il “dentro- fuori”

La copertina del XX Rapporto su povertà ed esclusione sociale di Caritas italiana

Lo scorso anno la rete Caritas ha supportato 1,9 milioni di persone, una media di 286 individui per ciascuno dei 6.780 servizi promossi o gestiti dallo stesso circuito delle Caritas diocesane e parrocchiali (al cui interno operano oltre 93mila volontari laici e oltre 800 ragazzi in servizio civile). Nei centri di ascolto e servizi in rete le persone incontrate sono state complessivamente 211.233. Delle persone assistite nell’anno in cui la pandemia di Covid-19 è esplosa quasi la metà, il 44%, si è rivolto alla rete Caritas per la prima volta. Ma il volume riporta anche povertà “inedite”. Infatti, tra le regioni con più alta incidenza di “nuovi poveri”, spiccano la Valle d’Aosta (61,1%,) la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%) e il Trentino Alto Adige (50,8%). Tutto questo, però, con importanti differenze riferite all’età, dato che per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni le nuove povertà pesano per il 57,7%

La crisi socio-sanitaria ha poi peggiorato le povertà già esistenti, considerando che la quota di “poveri cronici” (che frequentano cioè i circuiti Caritas da circa 5 anni) è salita dal 25,6% nel 2019 al 27,5% nel 2020, una persona su 4: «Sul fronte delle povertà di lungo corso – si legge nel dossier Caritas -, le regioni con la più alta percentuale di persone seguite da 5 anni e più (che possiamo assimilare alle condizioni di cronicità) risultano essere Toscana (43%), Umbria (36,4%), Friuli Venezia Giulia (33,1%) e Abruzzo (32,8%)». L’età media delle persone incontrate è 46 anni. Oltre la metà delle persone che hanno chiesto aiuto (il 57,1%) possiede la licenza di scuola media inferiore, una percentuale che nel Mezzogiorno arriva al 77,6%. Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli (oltre 91 mila persone); tra loro quasi un terzo vive con figli minori (pari a 29.903 persone), a significare un livello elevato di povertà minorile.

NUOVE PROPOSTE PER MIGLIORARE IL REDDITO DI CITTADINANZA

E il XX Rapporto di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale, a due anni dalla sua introduzione, ha avanzato anche delle proposte per migliorare il Reddito di cittadinanza. In particolare: migliorare la capacità di intercettare la povertà assoluta; prevedere un pacchetto complessivo di interventi per ampliare o restringere alcuni criteri di accesso; migliorare e rafforzare i servizi e le azioni per l’inserimento lavorativo e per l’inclusione sociale. Il Reddito di cittadinanza, comunque, ha sostenuto 3,7 milioni di persone nel corso del 2020 a livello nazionale, uno su cinque (19,9%) fra coloro che si sono rivolti ai centri e servizi Caritas nel 2020 e più della metà (55%) dei beneficiari di una indagine sui beneficiari Caritas monitorati dal 2019 (pre-pandemia)al 2021. Tra gli italiani utenti dei centri Caritas, l’incidenza dei percettori sale al 30,1%, scende invece al 9,1% tra gli assistiti stranieri. Nelle regioni meridionali l’incidenza di chi percepisce la misura è molto più elevata (pari al 48,3%), rispetto alle regioni settentrionali (23,4%) e centrali (8,5%).

Secondo le statistiche ufficiali sulla povertà del report Caritas «con la pandemia ci si è allontanati rispetto a molti degli obiettivi dell’Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite nell’ambito del contrasto alla povertà». Nella sola Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto a prima della pandemia, arrivando al dato record di persone in stato di povertà assoluta, pari a 5,6 milioni (pari a 2milioni di nuclei familiari). L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta al Sud (9,4%), anche se la crescita maggiore, registrata da un anno all’altro, si colloca al Nord (dal 5,8% al 7,6%). Nell’ultimo anno, infine, si è rafforzato lo svantaggio di minori e giovani under 34. Oggi si contano 1 milione 337 mila minori che non hanno l’indispensabile per condurre una vita quotidiana dignitosa. In totale, gli studenti che non hanno partecipato alle video-lezioni risultano quasi 600 mila, pari all’8% degli iscritti, con un minimo di esclusi nelle regioni del Centro (5%) e valori più elevati (9%) nel Mezzogiorno.

About Davide De Amicis (4383 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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