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Fame: “In molti Paesi si mangiano insetti, fango e argilla per vivere”

"Possiamo tutti insieme – invita Antonio Guterres, segretario generale dell'Onu - cambiare la maniera in cui consumiamo il cibo e facciamo scelte alimentari più sane, per noi stessi e per il nostro pianeta. C’è speranza, nei nostri sistemi alimentari. In questa Giornata, impegniamoci insieme ad adottare azioni in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile che abbiano un impatto sui sistemi alimentari per una nutrizione e un ambiente migliore e per una vita migliore per ciascun essere umano"

Lo ha affermato Yolande Wright, direttrice Povertà e clima di Save the Children International,nella Giornata mondiale dell’alimentazione

Bambini a mensa in un Paese in via di sviluppo

Circa la metà dei 5,7 milioni di bambini sotto i cinque anni in “emergenza fame” nel mondo subiscono anche le conseguenze della crisi climatica che rappresentano per loro un’ulteriore minaccia. È emerso da un nuovo Rapporto di Save the Children, diffuso ieri in occasione dell’odierna Giornata mondiale dell’alimentazione: «Anche se l’86% delle emissioni globali di Co2 è responsabilità dei Paesi più ricchi – si legge nel report –, i Paesi più colpiti dalla crisi climatica sono quelli a basso e medio reddito e i bambini che vivono in queste aree e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente, perché sono i più esposti alle malattie trasmesse dall’acqua, alla fame e alla malnutrizione, e vivono in alcuni casi in abitazioni precarie o più fragili e vulnerabili in caso di inondazioni, cicloni e altri eventi climatici estremi».

Secondo una stima Save the Children, sono 710 milioni i minori che vivono nei 45 paesi a più alto rischio di subire l’impatto del cambiamento climatico. Inondazioni, siccità, uragani e altri eventi meteorologici estremi avranno un impatto particolarmente profondo sui bambini vulnerabili e sulle loro famiglie. In base ad un recente rapporto dell’Organizzazione, i bambini nati nel 2020 sono esposti 7 volte in più rispetto ai loro nonni a ondate di calore, 2,6 volte in più alla siccità, 2,8 alle inondazioni, 3 volte alla perdita dei raccolti e al doppio degli incendi devastanti. Tra l’altro, tra i Paesi colpiti dalla crisi climatica, sono molti i casi di rachitismo tra i bambini in “emergenza fame”. Colpito, nei casi più gravi, un bambino su due, «con effetti devastanti e danni irreversibili sullo sviluppo fisico e cognitivo» e indebolimento generale che lo porta ad essere «più vulnerabile a malattie e infezioni». Per questo la nota organizzazione non governativa, si dice «profondamente preoccupata che decenni di progressi nella lotta a fame e rachitismo, siano vanificati dagli effetti della crisi climatica».

Del resto, il quadro è allarmante: «Dal Burundi all’Afghanistan, dal Mozambico allo Yemen – denuncia Yolande Wright, direttrice Povertà e clima di Save the Children International -, stiamo assistendo a milioni di bambini che da troppo tempo soffrono di malnutrizione. Molti di questi paesi sono in emergenza alimentare. Le persone sono costrette a mangiare insetti per sopravvivere e a riempirsi lo stomaco con fango e argilla pur di non morire di fame. Dobbiamo agire subito per far fronte alla crisi alimentare e alle sue cause più profonde. La comunità internazionale deve agire ora per proteggere milioni di bambini dalla malnutrizione e dalla crisi climatica, sia durante la Cop26 sia durante la Nutrition for Growth, un’opportunità fondamentale per donatori e governi per intensificare l’urgente impegno necessario per affrontare questa crisi». Da qui la richiesta dell’Organizzazione ai governi donatori di «finanziare urgentemente il Piano di risposta umanitaria globale e i numerosi altri piani di risposta umanitaria ancora sottofinanziati, e di sostenere l’aumento dei programmi di protezione sociale e dei servizi per l’infanzia».

GUTERRES, ONU: “IL POTERE DI CAMBIARE È NELLE NOSTRE MANI”

Antonio Guterres, segretario generale dell‘Onu

E in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres: «La Giornata mondiale dell’alimentazione – afferma – non serve solamente a ricordarci l’importanza del cibo per ogni persona nel pianeta, ma è anche un invito ad agire per raggiungere la sicurezza alimentare nel mondo. Oggi, circa il 40 % dell’umanità, cioè tre miliardi di persone, non può permettersi una dieta sana. Cresce la fame, così come sotto nutrizione e obesità. E l’impatto economico del Covid-19 ha ulteriormente peggiorato una già grave situazione. La pandemia ha reso impossibile ad altre 140 milioni di persone l’accesso al cibo di cui hanno bisogno». Ma non solo: «Il nostro pianeta – aggiunge Guterres – sconta pesantemente il modo in cui produciamo, consumiamo e sprechiamo il cibo. Questo sta mettendo una pressione epocale su risorse naturali, clima e ambiente, oltre a costarci migliaia di miliardi ogni anno». Come il tema scelto quest’anno sottolinea, «il potere di cambiare è nelle nostre mani. ‘Le nostre azioni sono il nostro futuro».

Il mese scorso, ricorda il segretario generale dell’Onu, «il mondo si è ritrovato al Vertice Onu sui sistemi alimentari. Gli Stati si sono impegnati per trasformare i sistemi alimentari. Per ampliare l’accesso a diete sane. E per rendere i sistemi alimentari più efficienti, resiliente e sostenibili ad ogni livello — da produzione a trasformazione, marketing, trasporto e consegna». In conclusione l’esortazione di Antonio Guterres: «Possiamo tutti insieme – invita – cambiare la maniera in cui consumiamo il cibo e facciamo scelte alimentari più sane, per noi stessi e per il nostro pianeta. C’è speranza, nei nostri sistemi alimentari. In questa Giornata, impegniamoci insieme ad adottare azioni in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile che abbiano un impatto sui sistemi alimentari per una nutrizione e un ambiente migliore e per una vita migliore per ciascun essere umano».

About Davide De Amicis (4572 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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