“I mostri hanno paura dell’amore”: il coraggio di amare nonostante
«I mostri hanno paura dell’amore ma noi, per fortuna, dell’amore non possiamo proprio farne a meno»
Lanciato nella batteria iniziale del 2022, dalla casa editrice abruzzese Tabula Fati, è uscito lo scorso gennaio “I mostri hanno paura dell’amore”, il secondo romanzo di Marika Stapane, giovane autrice di Galatone, in provincia di Lecce.
Il romanzo racconta le vite di tre personaggi, Nicodemo, Valentina e Fabrizio, dal momento in cui si incontrano. Nico è un giovane neolaureato con il sogno di insegnare, ma nel frattempo sbarca il lunario come cameriere nel locale di Fabrizio, ex avvocato cupo e severo. È proprio lì che Nico si scontra con Valentina, rovinandole il cappotto ma lasciandole gli occhi addosso. Nel corso della storia, Nico rappresenterà il perno a cui gli altri due si appiglieranno per tentare di ricostruirsi, grazie allo straordinario atto di fiducia che lui fa in loro e nella loro capacità di affrontare, e annientare, le avversità.
Questa storia testimonia che l’amore, quello autentico e tenace, è in grado di sconfiggere qualsiasi cosa. L’amore di Nico per Valentina è l’àncora di salvezza che porta la ragazza a considerare sul serio di curare il disturbo alimentare di cui soffre. L’amore di Sara per il padre Fabrizio è capace di cancellare il suo grigiore di uomo già perso. Allo stesso modo, attraverso questa storia di accettazione coraggiosa, in cui ognuno combatte contro un “mostro”, Marika si sofferma su come a volte il dolore possa unire tanto quanto dividere. Le relazioni che si creano fra i personaggi sono complesse e ricche di sfaccettature, come quella fra Nico e Fabrizio, che pagina dopo pagina arriva a tracciare i contorni di un’amicizia quasi fraterna. Anche il lutto è un mostro da combattere. Chi prima e chi dopo, i protagonisti devono tutti misurarsi con questa dimensione del dolore e cercare dentro di sé la giusta motivazione per superarla.
“I mostri hanno paura dell’amore ma noi, per fortuna, dell’amore non possiamo proprio farne a meno”, questa citazione è tratta dall’ultima pagina del romanzo e, come un aforisma universale, porta in sé tutta l’essenza di questo libro.
Quattro chiacchiere con l’autrice:
1) L’amore, questo sentimento universale, è il vero protagonista del libro. Cambia spesso punto di vista, rimbalza da un personaggio all’altro, ma in realtà è lui a raccontarsi. Amare e amarsi rende possibili molte cose, come dimostrano bene il personaggio di Valentina e la sua storia. Da dove viene la scelta di raccontarla tramite il filtro di Nico, invece di renderla in prima persona?
Nico è esterno al mondo interiore di Valentina: vede una ragazza apparentemente perfetta, brillante, vincente. E’ il personaggio che prende per mano il lettore e lo porta a scoprire il vissuto drammatico di una ragazza che ha sempre fatto il possibile per apparire perfetta, spesso scendendo anche a patti con i propri demoni. Nico sceglie di entrare nel mondo di Valentina in punta di piedi, nonostante la paura di imbattersi in qualcosa di più grande di lui. La narrazione in prima persona affidata a Valentina avrebbe travolto il lettore come un fiume in piena, gli avrebbe riversato addosso tormento e sofferenza, lo avrebbe smarrito fin dall’inizio. Nico, invece, tutta quella sofferenza riesce a dosarla, a descriverla con accuratezza, a renderla una componente essenziale della storia fino a renderla una parte di sé, una parte in cui anche il lettore, alla fine, riesce a ritrovarsi.
2) Cosa ti ha ispirato a scrivere un romanzo così denso e pieno?
Mi fa piacere che il romanzo venga definito denso e pieno. La vita, in fondo, non lo è altrettanto? Ecco, è proprio la vita che mi ha spinta a “partorire” Valentina, Nico e Fabrizio. Nico rappresenta la mia generazione, quella generazione che studia, si forma, dà il meglio di sé ma non riesce a trovare il proprio posto nel mondo e allora è costretta ad accontentarsi e nei casi peggiori, addirittura, a mettersi da parte. Valentina, invece, incarna la sofferenza, il dolore di non essere abbastanza per questa società, per la sua famiglia, per tutte le persone che entrano in contatto con lei. Infine Fabrizio racconta la storia di un vuoto difficile da colmare, di una famiglia che sembra non esistere più, di un uomo profondamente segnato dalla vita.
3) Parliamo di te, questa non è la tua prima pubblicazione, ma anzi hai partecipato a diversi contest letterari. Hai sempre avuto questo stile narrativo intenso nel racconto dei sentimenti?
Sì, assolutamente. Ho sempre messo in primo piano i sentimenti, anche a costo di penalizzare altre componenti tipiche della descrizione come ad esempio l’aspetto fisico. Sono dell’idea che ci si innamori di più di un personaggio dal carattere ben definito che non ha vergogna a mostrare la sua anima. Poi poco importa che nulla si dica sui suoi capelli, sarà il lettore a stabilire se lo immagina biondo o moro, calvo o dai capelli lunghi.
4) Il legame tra Fabrizio e la sua famiglia, a un certo punto del romanzo riparte da dove si era fermato, come se non fosse passato nemmeno un giorno. È questo che vuoi dire quando scrivi che i mostri hanno paura dell’amore?
I mostri hanno paura dell’amore significa che omnia vincit amor e in quell’omnia ci sta tutto, persino la morte. Fabrizio lo ha capito, tardi ma lo ha capito. E da quel momento i suoi mostri sono stati annientati, completamente messi al tappeto.
5) Hai dei progetti futuri di cui ti piacerebbe parlarci?
Ho vissuto un periodo cupo, un periodo in cui ho pensato che non avrei scritto più. Mi sono messa da parte, quasi in punizione, mi sono sentita inutile. Poi, durante questa pausa, è venuta a trovarmi una donna – che ancora non ha un aspetto fisico ben definito – e mi ha raccontato la sua storia. Non lo so se mai verrà fuori un romanzo, è presto per dirlo. Mi sembra giusto però darle la possibilità di esprimersi, di dirmi di più, di raccontarmi della sua pazzia che altro non è che una forma di ribellione, dei suoi vestiti che ora sono gli stracci di una barbona che dorme a terra, coperta da alcuni cartoni, in compagnia di un gatto di nome Romeo.