Santi: “Se fedeli alla logica delle beatitudini, non a quella del mondo”
"Ci sentiamo soli in questo? – s’interroga l'arcivescovo Valentinetti -. Beh, qualche volta sì, può capitare che ci sentiamo soli, ma proprio il gran numero di santi che ci hanno preceduto, il gran numero di santi che ci accompagnano e ci fanno grande sostegno, sia la nostra famiglia, sia il nostro riferimento continuo. Non tanto i santi del passato, ma quanto i santi dell'oggi, i santi del nostro territorio, quelli che in qualche modo ultimamente sono stati canonizzati, penso a Carlo Acutis, penso al nostro San Nunzio Sulprizio, penso al nostro venerabile Pasqualino Canzii, penso a figure semplici, ma che hanno vissuto fino in fondo, non la logica del mondo, ma la logica del Regno"
È stata molto partecipata, ieri sera nella Cattedrale di San Cetteo a Pescara, la santa messa della solennità di Ognissanti presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, che ha approfondito l’origine della nostra vocazione alla santità: «L’evocazione della solennità di Tutti i santi – afferma il presule – ci fa chiedere in maniera approfondita, ma anche molto serena, che cosa ne è della nostra santità, che cosa ne è della nostra vita cristiana, che cosa ne è del nostro battesimo? Perché il battesimo è la sorgente della santità, il battesimo è la sorgente della vita cristiana. E troviamo già una prima risposta nella seconda frase della seconda lettura, la prima lettera di San Giovanni Apostolo, “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio”. Ecco la grande certezza, ecco la grande verità. Siamo santi perché abbiamo una paternità che ci ha santificato. Non siamo santi per i nostri meriti, non siamo santi per i nostri sforzi, siamo santi per una paternità misericordiosa che ci ha santificato. Questo attraverso il sacramento del battesimo. Ma se da una parte c’è questa santità che viene dall’alto, che si riversa abbondantemente su tutti gli uomini e su tutte le donne, su tutte le creature che il Padre continua a santificare, dall’altra parte ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Perché? Perché il percorso che dobbiamo fare, che facciamo nella nostra vita, nella nostra esistenza, rientra nel mistero di Dio, nel mistero della sua santità e nel mistero di quello che saremo noi un giorno, quando con tutti gli angeli e con tutti i santi contempleremo, speriamo, il volto di Dio. Sappiamo però che quando questo accadrà, è sempre la pagina di San Giovanni apostolo, “Noi saremo simili a Lui perché lo vedremo così come Egli è”. Ci sarà questa assimilazione definitiva di cui godono già una schiera infinita innumerevole di santi ritenuti tali dalla Chiesa e canonizzati, ma una schiera infinita di uomini, di donne che nel segreto della loro vita e della loro esistenza hanno vissuto una fedeltà a questa dimensione battesimale. Penso a tante mamme, penso a tanti papà, penso a tanti sacerdoti, a tanti religiosi, a tante religiose. Penso, scusate se difendo un po’ la categoria, a tanti vescovi che hanno vissuto nella semplicità e nella fedeltà della vita la loro consegna nelle mani di questo mistero battesimale, che ha trasfigurato la vita di tutti. Chiunque ha questa speranza, è sempre San Giovanni che ce lo dice, purifica se stesso, come Egli è puro».
Così, a questo punto, l’arcivescovo Valentinetti si è domandato cosa sia la vita cristiana: «Ci viene chiesta una fedeltà – risponde -, ci viene chiesta la fedeltà di entrare nella logica di Dio, non nella logica degli uomini, non nella logica del mondo. Il mondo non tanto come realtà che Dio ama, ma quanto realtà negativa, quanto realtà – così come lo chiama San Giovanni nel suo Vangelo – il mondo come regno della negatività. La logica di Dio è la logica delle beatitudini, la logica del mondo è contraria alle beatitudini. Potrei fare l’elenco, l’ho fatto già tante altre volte, ma ci sono alcuni passaggi importanti “Beati gli operatori di pace”. In questo tempo, in questa storia, beati gli operatori di pace. Beati quelli che disarmano, come ci ha detto Papa Francesco questa mattina all’Angelus, quelli che disarmano prima di tutto il cuore e poi sono capaci di disarmare le armi. “Beati i misericordiosi”, in un mondo dove non c’è più misericordia, dove non c’è più la parola perdono. La capacità di coprire gli errori del fratello, della sorella, ma anzi il desiderio della vendetta. Beati coloro che sono perseguitati per la giustizia. Quante volte la giustizia viene vilipesa, quante volte non viene realizzata e gli ultimi, i poveri, gli indifesi, coloro che non hanno voce, coloro che non hanno forza, non riescono a far valere i loro diritti. Eppure, beati gli operatori della giustizia perché di essi è il Regno dei cieli. E anzi, “quando avrete assunto questa logica, l’avrete assunta fino in fondo, vi prenderanno in giro, vi diranno che siete deboli, vi diranno che siete utopisti, vi diranno che non siete capaci di interpretare la logica della vita, perché la vita va da un’altra parte, beati voi, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli”».
È questo, a detta dell’arcivescovo di Pescara-Penne, il mistero della santità: «Ci sentiamo soli in questo? – s’interroga -. Beh, qualche volta sì, può capitare che ci sentiamo soli, ma proprio il gran numero di santi che ci hanno preceduto, il gran numero di santi che ci accompagnano e ci fanno grande sostegno, sia la nostra famiglia, sia il nostro riferimento continuo. Non tanto i santi del passato, ma quanto i santi dell’oggi, i santi del nostro territorio, quelli che in qualche modo ultimamente sono stati canonizzati, penso a Carlo Acutis, penso al nostro San Nunzio Sulprizio, penso al nostro venerabile Pasqualino Canzii, penso a figure semplici, ma che hanno vissuto fino in fondo, non la logica del mondo, ma la logica del Regno. Che il Signore ci ridesta sempre più di coscienza, che quella Santità che è stata infusa abbondantemente in noi con l’acqua battesimale, possa produrre quel frutto che ci permetterà un giorno di contemplare il volto del Signore, così come Egli è. Amen».
La solennità di Ognissanti è anche la Giornata per la santificazione universale, celebrata dal Movimento Pro Sanctitate – sulle orme del Servo di Dio Guglielmo Giaquinta – che ieri sera, al termine della santa messa, ha donato una candela in cambio di un’offerta a tutti i partecipanti: «Quest’anno, come tutti gli anni – racconta Paola Mucciante, coordinatrice pescarese del movimento -, cerchiamo di diffondere questo messaggio. E in particolare da qualche anno, abbiamo promosso un’iniziativa che in questo caso si chiama “Un dono per te”. Cioè offriamo una candelina a tutti come dono che gli altri fanno per la Caritas parrocchiali. Quindi, chiediamo di offrire qualcosa in cambio della candelina e allo stesso tempo diffondere il messaggio che tutti siamo chiamati a diventare santi. Il ricavato andrà alle Caritas parrocchiali del Santissimo crocifisso a Pescara e di San Giovanni Apostolo a Montesilvano».
Infine l’auspicio del Movimento Pro Sancitate in riferimento al cammino di santità che i pescaresi e tutti siamo chiamati ad intraprendere: «Che si possa camminare – confida la Mucciante – all’insegna dell’unità, in particolare della fratellanza, riscoprire i valori veri, le cose belle che ci accomunano con uno sguardo rivolto verso l’alto, nella speranza di vivere nel quotidiano, nella semplicità degli atti quotidiani. Una santità semplice, povera. Rispetto per gli altri, sempre con lo sguardo rivolto alla condivisione verso tutti e nella sequela di Gesù Cristo che ci ha indicato la via».
Un messaggio, quest’ultimo, che il movimento ecclesiastico diffonde attraverso un calendario di incontri: «Quest’anno, in particolare – conclude la coordinatrice pescarese del Movimento Pro Sanctitate – siamo presenti in molte parrocchie. Offriamo momenti di preghiera e cerchiamo di essere presenti dove veniamo chiamati. Abbiamo un sito web e una pagina Facebook, dove si possono recuperare le informazioni più importanti e dove pubblicheremo anche il calendario dei nostri incontri. Tra l’altro, sempre nell’ambito della Giornata per la santificazione universale, venerdì 4 novembre alle 20.45 saremo nella chiesa di San Francesco a Tricalle, a Chieti, per un momento di preghiera. Il 21 novembre saremo a Collecorvino e il 24 a Roccamorice. Saremo molto lieti di accogliere chiunque vorrà conoscerci».