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Vescovi, sacerdoti e diaconi defunti: “Li consegniamo al cuore di Dio per il bene seminato”

"Che il Signore – l’auspicio dell'arcivescovo Valentinetti - ci conceda di penetrare questo mistero della morte e di avere il coraggio di fissarla con uno sguardo non triste, con uno sguardo non mesto, ma con uno sguardo sereno. La morte non è mai gioia, non è mai contentezza, ma senza dubbio uno sguardo sereno. Perché la morte non ci colga all'improvviso, perché il Signore dia a tutti il tempo di prepararsi al passaggio. Ma poi anche perché quella quell'abbraccio che speriamo di ricevere dal Padre possa essere un abbraccio celebrato, un abbraccio sereno, un abbraccio fiducioso, pieno di bontà e pieno di dolcezza"

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia in memoria dei vescovi, sacerdoti e diaconi pescaresi deceduti

È stata presieduta ieri sera dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, presso la Cattedrale di San Cetteo a Pescara, una santa messa in memoria dei vescovi defunti dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne monsignor Benedetto Falcucci e monsignor Antonio Iannucci, dei sacerdoti recentemente scomparsi don Enrico Zambotti, don Michele D’Andrea, don Giovanni Lizza, don Arturo Fatibene, don Palmerino Di Sciascio, don Bruno Toscan, don Antonio Crisante, don Nazzareno Romano, don Rinaldo Lavezzo, don Antonio Trovarelli e don Bruno Valente, nonché dei diaconi permanenti ultimamente venuti a mancare Gino Orsini, Paolo D’Isidoro, Filippo Sonaglia e Laurino Circeo: “Rendiamo grazie al Signore – recitava la preghiera dei fedeli loro dedicata – per la vita di ognuno di loro e chiediamo per tutti il riposo eterno nella pace di Dio”.

I sacerdoti concelebranti del Capitolo metropolitano

Nell’omelia il presule ha ricordato come il «mistero della morte, l’ultima nemica» non risparmi nessuno, tantomeno i ministri della Chiesa: «Credo – afferma il presule – che la consolazione e soprattutto la forza per attraversare questo mistero della morte nella fede, sia proprio il dono della misericordia. I farisei e gli scribi mormorano perché Gesù va a casa dei peccatori, ma in fondo il momento della morte non è nient’altro che il momento supremo della misericordia, perché si attraversa la morte per poter abbracciare o lasciarsi abbracciare dalla bontà misericordiosa del Padre, il Cristo Gesù per la potenza dello Spirito Santo. E ricordare i confratelli arcivescovi, i confratelli presbiteri e diaconi permanenti in questa unica celebrazione, è senz’altro essere consolati per un duplice motivo. Prima di tutto perché nella fede speriamo anch’essi abbracciati da questa potenza misericordiosa del Signore, ma poi perché nella loro vita hanno esercitato il ministero della misericordia. Chissà quante volte si sono fatti d’appresso a quella pecora smarrita, chissà quante volte – come la donna sapiente che spazza tutta la casa – sono andati alla ricerca della moneta perduta e chissà quante volte hanno sofferto, perché in quella pecora non si e lasciava trovare o quella moneta non è stata ritrovata».

Da qui la preghiera della comunità diocesana pescarese: «Che è sicuramente un consegnargli ancora una volta al cuore di Dio – sottolinea l’arcivescovo Valentinetti -. Un consegnarli e un renderli presenti alla nostra memoria, per il bene che hanno seminato quando erano qui con noi, per tutto ciò che hanno potuto essere e per quanto hanno spezzato la Parola e per i divini misteri che hanno celebrato, l’Eucarestia e anche la riconciliazione, ma tutti i sacramenti affidati alle loro mani».

Infine l’auspicio dell’arcivescovo Valentinetti: «Che il Signore – l’auspicio – ci conceda di penetrare questo mistero della morte e di avere il coraggio di fissarla con uno sguardo non triste, con uno sguardo non mesto, ma con uno sguardo sereno. La morte non è mai gioia, non è mai contentezza, ma senza dubbio uno sguardo sereno. Perché la morte non ci colga all’improvviso, perché il Signore dia a tutti il tempo di prepararsi al passaggio. Ma poi anche perché quella quell’abbraccio che speriamo di ricevere dal Padre possa essere un abbraccio celebrato, un abbraccio sereno, un abbraccio fiducioso, pieno di bontà e pieno di dolcezza. Ciò speriamo per i nostri fratelli arcivescovi, presbiteri e diaconi. Lo speriamo e chiediamo per noi. Amen».  

About Davide De Amicis (4523 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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