Avvento: “Tempo per stupirci della grandezza della misericordia di Dio”
"Anche il più grande credente - ricorda il Papa - attraversa il tunnel del dubbio. E questo non è un male, anzi, talvolta è essenziale per la crescita spirituale. Ci aiuta a capire che Dio è sempre più grande di come lo immaginiamo; le opere che compie sono sorprendenti rispetto ai nostri calcoli; il suo agire è diverso, sempre, supera i nostri bisogni e le nostre attese; e perciò non dobbiamo mai smettere di cercarlo e di convertirci al suo vero volto"
Nell’Angelus odierno Papa Francesco ha ripreso il Vangelo domenicale che continua a narrare le vicende di Giovanni Battista il quale, mentre si trova in carcere, manda i suoi discepoli a chiedere di Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Mt 11,4): «Infatti Giovanni – denota il Papa -, sentendo parlare delle opere di Gesù, è colto dal dubbio se sia davvero Lui il Messia oppure no. Infatti egli pensava a un Messia severo che, arrivando, avrebbe fatto giustizia con potenza castigando i peccatori. Ora, invece, Gesù ha parole e gesti di compassione verso tutti, al centro del suo agire c’è la misericordia che perdona, per cui “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (v. 5). Ci fa bene però soffermarci su questa crisi di Giovanni il Battista, perché può dire qualcosa di importante anche a noi».
Dopo questa premessa, il Pontefice ha usato il luogo di prigioni di Giovanni Battista come metafora della situazione interiore che quest’ultimo stava vivendo: «In carcere – osserva – c’è oscurità, manca la possibilità di vedere chiaro e di vedere oltre. In effetti, il Battista non riesce più a riconoscere Gesù come Messia atteso. È assalito dal dubbio e invia i discepoli a verificare: “Andate a vedere se è il Messia o no”. Ci meraviglia che ciò accada proprio a Giovanni, il quale aveva battezzato Gesù nel Giordano e lo aveva indicato ai suoi discepoli come l’Agnello di Dio (cfr Gv 1,29). Ma ciò significa che anche il più grande credente attraversa il tunnel del dubbio. E questo non è un male, anzi, talvolta è essenziale per la crescita spirituale. Ci aiuta a capire che Dio è sempre più grande di come lo immaginiamo; le opere che compie sono sorprendenti rispetto ai nostri calcoli; il suo agire è diverso, sempre, supera i nostri bisogni e le nostre attese; e perciò non dobbiamo mai smettere di cercarlo e di convertirci al suo vero volto. Un grande teologo diceva che Dio «occorre riscoprirlo a tappe… talvolta credendo di perderlo» (H. de Lubac, Sulle vie di Dio, Milano 2008, 25). Così fa il Battista. Nel dubbio lo cerca ancora, lo interroga, “discute” con Lui e finalmente lo riscopre. Giovanni, definito da Gesù il più grande tra i nati di donna (cfr Mt 11,11), ci insegna insomma a non chiudere Dio nei nostri schemi. Questo è sempre il pericolo, la tentazione, farci un Dio a nostra misura, un Dio per usarlo. E Dio è altra cosa».
Una situazione, quella vissuta dal Battista, nella quale possiamo trovarci anche noi: «In un carcere interiore – spiega Papa Bergoglio -, incapaci di riconoscere la novità del Signore, che forse teniamo prigioniero della presunzione di sapere già tutto su di Lui. Cari fratelli e sorelle, mai si sa tutto su Dio, mai! Magari abbiamo nella testa un Dio potente che fa ciò che vuole, anziché il Dio dell’umile mitezza, il Dio della misericordia e dell’amore, che interviene sempre rispettando la nostra libertà e le nostre scelte. Magari viene anche a noi da dirgli “Sei davvero Tu, così umile, il Dio che viene a salvarci?».
Così come può capitarci qualcosa di simile anche con il prossimo: «Abbiamo le nostre idee – ammette Papa Francesco -, i nostri pregiudizi e affibbiamo agli altri – specialmente a chi sentiamo diverso da noi – delle rigide etichette. L’Avvento, allora, è un tempo di ribaltamento di prospettive, dove lasciarci stupire dalla grandezza della misericordia di Dio. Lo stupore, Dio sempre stupisce. (L’abbiamo visto, poco fa, nel programma “A Sua immagine”, stavano parlando dello stupore). Dio sempre è Colui che suscita in te lo stupore. Un tempo – l’Avvento – in cui, preparando il presepe per il Bambino Gesù, impariamo di nuovo chi è il nostro Signore; un tempo in cui uscire da certi schemi, da certi pregiudizi verso Dio e i fratelli. L’Avvento è un tempo in cui, anziché pensare ai regali per noi, possiamo donare parole e gesti di consolazione a chi è ferito, come ha fatto Gesù con i ciechi, i sordi e gli zoppi».
Infine l’invocazione mariana del Papa: «La Madonna – auspica – ci prenda per mano, come mamma, ci prenda per mano in questi giorni di preparazione al Natale e ci aiuti a riconoscere nella piccolezza del Bambino la grandezza di Dio che viene».
Dopo la recita dell’Angelus, tra le altre cose, il Santo Padre ha benedetto i bambinelli: «Cioè – ricorda il Pontefice –, le statuine di Gesù Bambino che voi, cari bambini e ragazzi, avete portato qui e che poi, tornando a casa, metterete nel presepe. Vi invito a pregare, davanti al presepio, perché il Natale del Signore porti un raggio di pace ai bambini del mondo intero, specialmente a quelli costretti a vivere i giorni terribili e bui della guerra, questa guerra in Ucraina che distrugge tante vite, tante vite e tanti bambini».