Dieci bambini ucraini accolti da famiglie pescaresi per le vacanze
"Lo spirito dell’iniziativa – spiega Annalisa La Vella, co-direttrice dell’Ufficio di Pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne – è non soltanto dare l'ok ad accogliere per poi trovare delle famiglie che – generosamente - si sono fatte avanti, ma piuttosto creare una rete attorno a queste famiglie per non lasciarle sole in queste tre settimane. Abbiamo così attivato i mediatori linguistici della Caritas, oltre a molte famiglie ucraine che vivono già sul nostro territorio, per motivi di lavoro o in seguito allo scoppio della guerra"
Sono arrivati stamani questa sera a Pescara 10 tra bambini e ragazzi ucraini che, fino al 25 agosto prossimo, avranno l’opportunità di vivere un’esperienza di accoglienza e vacanza presso alcune famiglie, per mettere da parte almeno per un po’ il dramma della guerra che stanno vivendo nel proprio Paese. È questo il progetto varato dall’Ufficio nazionale di Pastorale familiare della Conferenza episcopale italiana, d’intesa con Caritas italiana e le Ambasciate italiane ed ucraina e in partnership collaborazione con la rete “Famiglie per l’accoglienza” e le diocesi aderenti di Milano, Chieti-Vasto, Pescara-Penne e Isernia-Venafro, che accoglieranno fattivamente i ragazzi.
Parlando nello specifico dell’esperienza pescarese, saranno cinque i bambini accolti in alcune famiglie della Pastorale familiare diocesana, mentre gli altri cinque verranno ospitati dalla rete di “Famiglie per l’accoglienza”. Sarà una vasta rete di famiglie pescaresi a seguire e supportare i giovanissimi ucraini durante il loro soggiorno: «Lo spirito dell’iniziativa – spiega Annalisa La Vella, co-direttrice dell’Ufficio di Pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne diretto da don Pierluigi Pistone – è non soltanto dare l’ok ad accogliere per poi trovare delle famiglie che – generosamente – si sono fatte avanti, ma piuttosto creare una rete attorno a queste famiglie per non lasciarle sole in queste tre settimane. Abbiamo così attivato i mediatori linguistici della Caritas, oltre a molte famiglie ucraine che vivono già sul nostro territorio, per motivi di lavoro o in seguito allo scoppio della guerra. Inoltre, c’è una rete di secondo livello costituita da famiglie che avevano dato disponibilità ad accogliere ma che, a causa del numero esiguo dei bambini, non sono state direttamente coinvolte. Insieme a loro, anche grazie alla disponibilità delle rispettive parrocchie, abbiamo creato dei momenti da vivere insieme».
Ad esempio, dopo l’accoglienza di questa sera, venerdì 9 agosto i bambini saranno protagonisti di un momento di festa: «Successivamente – aggiunge la co-direttrice della Pastorale familiare diocesana di Pescara-Penne – saranno le singole famiglie ospitanti ad organizzare le giornate di soggiorno, tra mare, gite ed escursioni restando in Abruzzo». Infine, domenica 25 agosto ci sarà la festa di saluto dei ragazzi la quale, così come quella di accoglienza, si terrà nella parrocchia di San Martino vescovo a Chieti, diretta dal responsabile regionale della Pastorale familiare don Sabatino Fioriti.
Questo progetto ha comportato una grande disponibilità dei nuclei familiari ospitanti, che hanno dovuto sostenere anche un iter formativo: «Si tratta di bambini – conclude Annalisa La Vella – che non parlano italiano e quindi bisognerà parlare in inglese. Hanno poi delle abitudini particolari. Ad esempio, in Ucraina la figura paterna è molto “in sofferenza”. Sono ragazzini molto ubbidenti, però amano stare da soli. Chiaramente non possiamo parlare loro della guerra, così come non possiamo portarli a feste patronali dove ci saranno i fuochi d’artificio – di cui loro non conoscono il significato festoso, assimilandolo agli scoppi della guerra. Non possiamo portali a messa, in quanto non sono cattolici e la religione, per loro, è fonte di divisione all’interno dell’Ucraina. Abbiamo imparato molti aspetti relativi ad una nazione che, da quasi due anni, è tristemente al centro delle cronache».