Padre Solalinde, prete al fianco dei migranti messicani, stasera a Pescara
"Con il suo impegno e nelle sue testimonianze – sottolinea Grasso -, Padre Solalinde ci ricorda spesso che i migranti sono un segno dei tempi. Sono testimoni, per usare le sue parole, di un mondo in disfacimento di cui portano le ferite sulla propria carne ma, allo stesso tempo, sono anche i pionieri del futuro perché anticipano con la loro resistenza la possibilità di una nuova società. Così questo incontro sarà anche un'occasione per farci guardare ai migranti e ai poveri con una prospettiva diversa. Potremmo dire sicuramente con una prospettiva evangelica"
È impegnato in Messico nella difesa dei migranti intenti a cercare una vita migliore negli Stati Uniti d’America Padre Alejandro Solalinde, che oggi mercoledì 13 novembre alle 19 nella chiesa di San Giuseppe – in via Matese a Pescara – terrà una testimonianza sulla sua esperienza missionaria. Un incontro, quello promosso dal gruppo pescarese della Comunità di Sant’Egidio, che anticiperà la Preghiera per la pace: l’appuntamento mensile che la stessa sezione locale del movimento pacifista cattolico internazionale organizza ogni mese, per ricordare tutti i paesi in cui sono ancora in atto conflitti e guerre.
Una missione, quella del sacerdote messicano, che dopo l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donad Trump – il quale aveva annunciato un piano di contrasto della migrazione e la deportazione dei migranti irregolari in campagna elettorale – è di particolare attualità: «Padre Alejandro – spiega Gilberto Grasso, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio – ha fondato nel 2007 il Centro “Hermanos en camino”, che fornisce aiuto ai migranti che cercano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti sottraendoli al racket della criminalità organizzata. Per questo suo impegno è stato minacciato più volte di morte dai cartelli dei narcotrafficanti di cui denuncia spesso, con coraggio, soprusi e violenze. L’incontro con lui ci permetterà di ampliare il nostro sguardo verso una parte di mondo a noi poco conosciuta, ma che ci farà conoscere anche un modello di Chiesa impegnata e interessata ai problemi sociali e problemi delle persone. Tutto questo in linea con quanto ci invita a fare Papa Francesco che, ad esempio, nell’Evangelii Gaudium ci dice che “una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo”».
E cambiare il mondo è che l’obiettivo che, nel suo quotidiano, Padre Alejandro Solalinde cerca di perseguire: «Con il suo impegno e nelle sue testimonianze – sottolinea Grasso -, lui ci ricorda spesso che i migranti sono un segno dei tempi. Sono testimoni, per usare le sue parole, di un mondo in disfacimento di cui portano le ferite sulla propria carne ma, allo stesso tempo, sono anche i pionieri del futuro perché anticipano con la loro resistenza la possibilità di una nuova società. Così questo incontro sarà anche un’occasione per farci guardare ai migranti e ai poveri con una prospettiva diversa. Potremmo dire sicuramente con una prospettiva evangelica».
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