La cura del prossimo, una scelta premiata
Sono quattro persone comuni che, quotidianamente, sacrificano se stessi per dedicarsi ai disagi e ai bisogni altrui. Sacrifici
riconosciuti dall’associazione “Domenico Allegrino” onlus che, ieri mattina presso l’auditorium “De Cecco”, ha celebrato la quinta edizione del premio nazionale “Sì all’uomo” conferendo i riconoscimenti a Carlo Castagna, l’imprenditore di Erba privato dell’affetto dei suoi familiari a causa degli omicidi perpetrati dai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi nel 2006, don Giacomo Pavanello, portavoce dell’associazione “Nuovi Orizzonti”, Luigi Calvisi, sindaco di Fossa ed amministratore virtuoso, ed Elena Rinaldi, una madre che ha sempre cresciuto il figlio, gravemente malato: «Con il premio – ha spiegato Antonella Allegrino, presidente dell’associazione – vogliamo premiare coloro che forniscono vere testimonianze di vita, da cui tutti dovremmo prendere esempio».
Infatti la premiazione dei quattro, intervallata dal canto del giovane Roberto Antico, è stata anticipata dal racconto delle loro storie. Dapprima, il folto pubblico intervenuto si è commosso ascoltando Carlo Castagna il quale, mediante la fede, ha perdonato i carnefici dei suoi familiari: «L’ho fatto – ha affermato Castagna – ancor prima di sapere chi fossero, perché la colpa è sempre inferiore all’amore del Padre e non deve essere bottino per noi stessi».
È un’altra storia, quella di don Giancarlo Pavanello, prima giovane scapestrato e poi sacerdote “di
strada”, impegnato nel recupero dei disagiati: «Con l’associazione “Nuovi Orizzonti” – ha raccontato il presbitero – aiutiamo tanto i tossici, quanto quegli esponenti degli ambienti altolocati che dietro il sorriso a 32 denti, nascondono la sofferenza. Tutto questo, perché oggi non si crede nella vita. Bisogna crederci ancor prima di credere in Dio».
Ha fatto poi un mezzo miracolo Luigi Calvisi, sindaco di Fossa, che a seguito del sisma è subito riuscito a costruire un attrezzato villaggio, ospitante 370 persone, intessendo una rete solidale: «Abbiamo ricevuto – ha precisato Calvisi – donazioni per 11 milioni di euro, con cui abbiamo dato casa agli sfollati, ricostruendo la nostra identità, in attesa della ricostruzione vera». Può essere, infine, fiera di sé Elena Rinaldi, una donna lancianese che ha assistito Valentino, il figlio colpito alla nascita da tetraparesi spastica, che oggi è docente presso il carcere di Lanciano: «Per una madre – ha riflettuto la donna – non è un sacrificio fare questo. Per un figlio, si fa qualsiasi cosa».