Crociata: “L’acqua ai privati: un affare per pochi”
A meno di due mesi dal referendum del 12 Giugno e 13 Giugno prossimi, con il convegno del Rotary International, svoltosi ieri ad Assisi, dal titolo “Sorella acqua” si è tornato a parlare del discusso tema della privatizzazione dell’”oro blu”, anche attraverso la denuncia lanciata da monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ospite dell’evento: «Processi di privatizzazione – ha affermato Crociata – che vedono protagoniste poche multinazionali trasformare l’acqua in affare, a detrimento dell’accesso alle fonti e quindi dell’approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi».
L’acqua, inoltre compare più volte nelle sacre scritture, come nell’incontro del Cristo con la Samaritana, avvenuto nell’ora
più calda del giorno ai bordi di un pozzo: «Muovendo da questa storia sacra – ha aggiunto il vescovo – ci sentiamo coinvolti, custodi e responsabili di quella risorsa preziosa che anche oggi è l’acqua, bene troppe volte ridotto a merce, a valore economico, a oggetto di scambio». Un diritto umano fondamentale, quello dell’acqua, che paradossalmente resta ancora scarsamente accessibile per circa un miliardo e mezzo di persone.
Un dato che fa riflettere e che ha stimolato anche un intervento del Santo Padre Benedetto XVI che, nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace 2007, aveva scritto su come “all’origine di non poche tensioni che minacciano la pace sono sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono le disuguaglianze nell’accesso a beni essenziali, come il cibo, l’acqua, la casa, la salute”.
Dalla pubblicazione di questo messaggio sono ormai passati quattro anni, ma da allora nulla è cambiato: «L’acqua – puntualizza il segretario generale della Cei – rimane una risorsa male distribuita e male sfruttata, pensando all’incremento significativo del processo di desertificazione, al calo di disponibilità idrica, all’aumento dei consumi nell’attività produttiva, all’inquinamento che ne frena, quando non ne impedisce l’utilizzo, ai problemi di raccolta e di distribuzione che degenerano in sprechi».
Tornando così al tanto discussi “processi di privatizzazione” dell’acqua, l’alto prelato ha indicato la via del confronto: «Il tema – ha riflettuto monsignor Crociata – va affrontato dalla comunità internazionale , per un uso equo e responsabile di questa risorsa, che richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l’acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale». Con queste motivazioni, il vescovo, ha infine commentato il referendum italiano sull’acqua, definendolo un’espressione di quanto la problematica tocchi la sensibilità comune.