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La “lacrime” che piacciono all’Italia

Da Governo “tecnico” ad “empatico” in poche battute e dai toni pacati

È da tempo che cerco di capire il significato dell’aggettivo “tecnico”. L’ho sempre pensato affiancato ad una persona o ad un gruppo per caratterizzarne le capacità professionali, così come l’ho sentito sempre distante da connotazioni empatiche.

L’ho visto usare, l’ho letto, l’ho scritto io stesso per contraddistinguere il nuovo Governo, ma, dal momento in cui quelle sette lettere si sono assemblate sulla mia tastiera, ho percepito cadere le mie certezze. Alla notizia di un Governo tecnico, fatto di professionisti, «mmm» è stato il mio primo pensiero. «Mmmmmm» raddoppiato è stato il secondo, dopo aver sfogliato notiziari e letto le perplessità di tanti. Non moltiplico altre “m”, immaginate, però, il terzo passo della mia mente contorta quando, tutto sommato, quella parola, affiancata all’Autorità, non mi dispiaceva affatto. Del resto, le Iene hanno giustamente fondato la loro fortuna mediatica con le domande imbarazzanti di storia elementare e calcoli infantili a parlamentari e ministri, così come abbiamo sempre lamentato – nonostante i voti democraticamente ottenuti – la presenza di “ciccioline/i” nei banchi di Montecitorio. Mi suonavano strane le critiche espresse, in un momento tanto difficile, per i “salvatori” della Patria con curricula da fare invidia. Certo, la scelta non era stata del popolo sovrano, il gruppo non era espressione dell’elezione degli italiani – e direi dei giochi dei partiti – ma, sulla carta, come spesso si dice nei giudizi “tecnici” delle squadre di calcio, il gruppo poteva funzionare.

L’aggettivo, di chi studia e predispone l’attuazione pratica di lavori – così definisce “tecnico” vicino al sostantivo “ufficio” il Devoto-Oli – cominciava, però, a dare, oltre a quell’aurea professionale, più dignità al nostro Stato, in toni pacati del Premier, confronti politici non da stadio, parole misurate, senso di responsabilità e numeri di fiducia inimmaginabili. Distanza e serietà erano le due paroline da aggiungere a quel “tecnico” iniziale pieno di “mmm”.

A questo punto vi chiederete dove voglia andare a finire questo editoriale. Penserete che laPorzione.it sia filogovernativa con la prima rete di Stato. Queste  battute, invece, non vogliono esprimere un giudizio sul lavoro politico del gruppo al Governo. Vuole solo far notare che quello stesso gruppo al potere è forse il primo Governo che avremmo tutti votato. Possono non piacerci le manovre, è ovvio non amare il sacrificio, possono pesarci le scelte, saremo forse delusi da un fallimento, ma il segno delle lacrime, vere, della Fornero, come la rinuncia ai compensi professionali espressa da Monti, insieme a quel senso di quiete e di attenzione, aggiungono altre caratteristiche a quella parolina iniziale tanto fredda, ora ricca anche di “empatia” e di “apprensione” per il bene del nostro popolo.

Insomma, possiamo pur criticarne – ed è doveroso farlo in modo costruttivo – le scelte, possiamo pur discutere su Leggi e Decreti, ma la gente preoccupata del Bene Comune è ciò che a capo dell’Italia avremmo sempre voluto.

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Direttore responsabile del notiziario online "Laporzione.it" e responsabile dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell'Arcidiocesi di Pescara-Penne. Laureato in Scienze della Comunicazione sociale e specializzato in Giornalismo ed Editoria continua la ricerca nell'ambito delle comunicazioni sociali. E' Regista e autore di
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