Musica: mercato in positivo, pirateria in crisi
Buone notizie per la discografia italiana sul fronte della vendita della musica. Secondo i dati ufficiali della Fimi (Federazione industria musicale italiana) il fatturato del 2011 è salito di ben 22 punti percentuali. Una notizia che stravolge il trend nazionale rispetto a quello che fino a poco tempo fa sembrava un mercato a totale appannaggio della pirateria.
Il merito è soprattutto delle nuove proposte per gli utenti e in particolare l’offerta di musica digitale: dallo streaming ai vari servizi che offrono la possibilità di scaricare, o meglio comprare, musica on line come iTunes. L’Italia riduce in questo modo il gap con altri paesi dove l’acquisto di musica on line è diventato il modo più gettonato per avere sempre a portata di cuffie la propria playlist. Il digitale equivale al 21 per cento del mercato discografico italiano. Un dato doppio rispetto a quello del 2010, anche se ancora lontano dalla media globale dove ormai il 32 per cento del fatturato musicale dipende da internet.
Lo streaming di videoclip attraverso Youtube e altri servizi affini ha conquistato un ruolo importante nel panorama. Infatti sebbene vedere videoclip su questa piattaforma è gratis per gli utenti Google, proprietaria di Youtube, paga i diritti alle etichette discografiche. Inoltre nuovi servizi di streaming come Rara, Deezer e Cubomusica di Telecom, permettono il moltiplicarsi dei profitti. Il fatturato degli album digitali è salito del 37 per cento mentre la crescita dei singoli è stato del 25 per cento. «Il motivo – dice Enzo Mazza, presidente Fimi – è che sta maturando il pubblico della musica online legale. Infatti vediamo che i giovani preferiscono ancora il download di singoli e lo streaming; gli utenti più maturi, che prima compravano solo cd, adesso scaricano l’intero album».
Pare che il boom del download legale della musica abbia un altro effetto positivo: si registra infatti una significativa diminuzione della pirateria. Secondo i dati Fimi, adesso è il 23 per cento degli utenti internet italiani a usare servizi illegali. Un dato ancora molto alto, ma che fa registrare un calo del 4 per cento rispetto allo scorso anno. «Tre sono gli elementi che favoriscono questo processo: la crescita dell’offerta legale, il boom degli smartphone, che sono collegati direttamente a piattaforme legali di ascolto e download di musica – continua Mazza – e l’azione di contrasto alla pirateria attraverso la quale gli italiani sono più consapevoli che è una cosa sbagliata».
Una notizia positiva per tutta la discografia italiana che “benedice” l’avvento della musica digitale ma anche una notizia buona per la nostra Italia dove piccoli passi di civiltà si scorgono all’orizzonte.