La lezione di Zeman
“Sei forte più di un battaglion evviva Pescara, sconfiggi tutti gli squadron dai forza Pescara”. Così ieri i 180 alunni dell’Istituto “Domus Mariae” cantavano a perdifiato l’inno del Pescara, agitando sciarpe e bandiere come consumati ultras, accogliendo fra loro un insegnante davvero speciale: Zdenek Zeman.
Il tecnico boemo, in forza sulla panchina biancazzurra, è quindi letteralmente salito in cattedra, quella appositamente allestita per lui sul palco dell’aula magna dell’istituto comprensivo pescarese dove, seduto accanto al presidente del Delfino Daniele Sebastiani, ha risposto alle tante curiosità dei piccoli alunni della scuola primaria, preparatissimi e per nulla imbarazzati davanti al mostro sacro del pallone che è stato letteralmente sommerso da domande furbe e intelligenti, alcune di carattere calcistico ed altre, invece, più personali.
Del resto l’obiettivo della mattinata, dal titolo “La classe di Zeman”, era quello di coinvolgere i ragazzi in un dialogo costruttivo sullo sport e l’educazione, ma tanto è stato il feeling creatosi con il tecnico del Pescara che l’appuntamento si è trasformato in una grande festa in famiglia, con i piccoli tifosi che hanno stretto in un caldo abbraccio il mister dei loro sogni:«Abbiamo voluto quest’incontro – ha raccontato Valentina Pistola, dirigente scolastico dell’Istituto “Domus Mariae” – perché ci ha colpito il modo in cui Zeman valorizza i giovani, portandoli ad ottenere i risultati con lavoro e sacrificio, un ottimo accostamento anche in riferimento dell’impegno a scuola».
È una domanda quasi psicologica quella posta da Filippo, classe 3 B: «Ma i giocatori – ha chiesto l’alunno – si allenano per stare insieme o per diventare più forti?». Ed è stata altrettanto secca e significativa la risposta del
tecnico:«Si allenano tutti insieme – ha risposto Zeman – proprio per diventare più forti». Più biricchina, invece, è stata la domanda di Enrico, tutta dedicata al famoso modulo tattico di Zemanlandia:«Ma com’è – ha esordito il bambino – che per il calcio d’inizio, fai posizionare otto giocatori a centro campo e solo due rimangono in difesa?».
La replica del boemo è stata tutto un programma:«Lo faccio – ha spiegato l’allenatore – per far spaventare gli avversari». Ma subito dopo, un altro boato ha sottolineato l’ingresso in aula di Simone Romagnoli e Damiano Zanon, anche loro bersagliati da domande su domande:«Sono difficoltosi – ha chiesto Diletta della 4 C – i vostri allenamenti?». È un sorriso eloquente quello con cui Zanon risponde:«Sono molto duri – ha risposto il difensore biancazzurro – ma quando vedi che hai due marce in più degli avversari, capisci che vale la pena farli».