Ultime notizie

La scuola paritaria fa bene allo Stato

Scuola statale e paritaria: numeri, costi…e risparmi.

Riformare tutto, facendo i conti con la recessione e la crisi in corso: questo sembra essere, anche con una certa ragionevolezza, il “motto” del Governo Monti.

È vero, però, che non tutti i capitoli di spesa di uno Stato hanno la stessa importanza, così come dovrebbe essere ragionevole accompagnare i tagli alla spesa – sempre – con relative e adeguate strategie di compensazione. In uno Stato ci sono delle priorità, ci devono essere.

Tra le priorità la scuola dovrebbe essere considerata soprattutto un’attività strategica, sulla quale puntare anche per superare la crisi economica: investire nella scuola significa investire su un popolo, sulle sue risorse migliori. Non è così, invece. Negli ultimi anni, è evidente, uno dei settori maggiormente penalizzati è stato proprio quello della scuola e dell’istruzione, terreno –per lo più – di battaglie politiche e ideologiche, a colpi di grandi riforme annunciate e sempre disattese.

La situazione generale del mondo scolastico parla di classi sempre più affollate, un “corpo insegnante” in diminuzione e bisogni in aumento, come quelli, ad esempio, legati al sostegno e all’inserimento di allievi con handicap. È più alto oggi, rispetto al passato, il numero medio di alunni per classe, con 21,45 studenti in aula e in alcune situazioni (lo 0,6%) lo “spazio” è condiviso da più di 30 allievi. Cala il numero dei docenti: in quest’anno scolastico, rispetto a quello precedente, ce ne sono quasi 17.000 in meno. Il risultato di tutto questo è, anche e soprattutto, una diffusa stanchezza tra gli addetti  ai lavori, e una dilagante demotivazione tra i futuri docenti.

Di come la scuola sia sempre meno una priorità, e sempre più terreno di guerra politica e ideologica, sono sintomi esemplificativi la bassa considerazione e i progressivi tagli ai fondi destinati al sistema paritario scolastico. Da pochi giorni, a riguardo, l’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche) ha pubblicato un «dossier informativo e propositivo»: «Scuola statale e paritaria: numeri, costi e… risparmi» (clicca link). Il progressivo calo dei finanziamenti al sistema di istruzione paritario, è gravissimo, secondo l’Agesc: tra il 2009 e il 2011 oltre 25 milioni di euro – da 521.924.948 a 496.876.000 – pari al 4,8%, mentre gli studenti del sistema paritario sono aumentati ancora di circa l’1%. Ma i tagli subiti dal sistema scolastico paritario sono ancora più pesanti se si considera che, fra il 2004 e il 2009, gli alunni disabili nelle scuole paritarie sono cresciuti del 7% l’anno (contro il 4,5% nelle statali), e gli alunni stranieri sono aumentati del 49%. Secondo l’Agesc, «l’impegno dello Stato nell’attuare i principi costituzionali della parità scolastica e dell’equipollenza di trattamento fra tutti gli studenti è inadeguato ed esiguo; i tagli in questi anni hanno riguardato in misura forte anche la scuola statale – è vero – ma le campagne di opinione pubblica sui finanziamenti alle scuole “private”, a scapito della scuola statale, sono assolutamente false ».

Secondo una ricerca scientifica svolta dall’Università di Genova unitamente al Politecnico di Milano (da Luisa Ribolzi e Tommaso Agasisti), «in questo momento delicato investire in istruzione significa superare prima e meglio le difficoltà in cui versa il nostro Paese: un limitato incremento del finanziamento alle scuole paritarie porterebbe lo Stato a risparmiare o comunque a non veder crescere le proprie spese». Nel 2007 l’Agesc aveva calcolato la spesa sostenuta dallo Stato per ogni studente di scuola paritaria. Le tabelle indicano un costo annuo per alunno di euro 584 nella scuola dell’infanzia (euro 5.828 nella statale), 866 nella primaria (6.525 nella statale), 106 nella secondaria di primo grado (7.232 nella statale) e 51 per le superiori (7.147 nella statale). Complessivamente il risparmio per lo Stato nel 2006 è stato di circa 6 miliardi di euro, a fronte di un finanziamento al sistema paritario di circa 532 milioni per un milione e 30 mila studenti. Con circa il 12% degli studenti, le scuole non statali paritarie hanno ricevuto un finanziamento che è inferiore all’1% della spesa pubblica complessiva – commentano i ricercatori dell’Agesc –. Per quanto riguarda i tagli, nel 2009 rispetto al 2006 sono stati nell’ordine del 2% sia per le paritarie che per tutta l’istruzione”. Paragonando le cifre della scuola paritaria con quelle della statale, in media per ogni alunno del sistema paritario risulta un risparmio per lo Stato di circa 6 mila euro (euro 5.974).

L’Agesc, sulla base di questi dati, chiede un adeguamento dei fondi per il sistema scolastico paritario «da realizzarsi gradualmente nel giro di tre anni – 200 milioni di euro in più all’anno – usando un mix di strumenti che comprenda da una parte le convenzioni attualmente in atto e dall’altra una detrazione fiscale alle famiglie, in attesa di poter adottare strumenti più equi e adeguati all’interno delle norme generali per l’istruzione». Questo adeguamento dei fondi per il sistema scolastico paritario, inoltre, non significherebbe un’eccezione, ma vedrebbe l’Italia adeguarsi agli standard europei. Secondo l’“Education at a Glance 2011” dell’Ocse (clicca link), gran parte dei Paesi membri finanzia il sistema scolastico non statale coprendo fra il 50 e l’80% dei suoi costi; in sei Paesi del Nord Europa il finanziamento supera l’80% e in Svezia arriva al 93%.

I tagli alla scuola statale sono irragionevoli e mortificano la storia e la cultura del nostro Paese; i tagli alla scuola paritaria – in più – sono espressione di rigurgiti ideologici e anticlericali che troppo spesso, nel nostro Paese, costituiscono un’irragionevole priorità.