Al lavoro raccomandati e depressi

Fra i lavoratori vige la più totale sfiducia guardando al futuro. Lo dimostrano gli oltre 7,5 milioni di lavoratori i quali si dichiarano convinti che, nel settore in cui sono occupati, si perderanno posti di lavoro nei prossimi anni e uno su quattro considera che per lavorare sia più importante accaparrarsi la cosiddetta “spintarella”, ovvero la raccomandazione. Sono questi gli scoraggianti dati emersi dalla ricerca del Censis, intitolata “Dove sta oggi la sovranità”.
Collegata all’aspetto lavorativo è anche la ridotta fiducia degli italiani nell’istruzione, dato che solo il 24% degli intervistati ritiene che i laureati trovino buoni lavori con buone remunerazioni, mentre il 32% del campione pensa che un laureato deve comunque passare un lungo periodo di ricerca dell’occupazione prima di trovare una collocazione adeguata. Dunque il pessimismo regna sovrano fra i nostri connazionali, con il 25% di loro che guarda prioritariamente alla ricerca della raccomandazione, prima ancora della ricerca del lavoro.
Ed oltre alla raccomandazione, solo la possibilità di condurre attività autonome di famiglia rafforza le speranze di chi è in attesa di sistemazione. Inoltre, il 18,4% degli intervistati ritiene che addirittura la laurea non serve a nulla. E pensando al futuro, la depressione aumenta con il 62% delle persone ascoltate che ha ammesso la profonda preoccupazione provocata in loro dal pensiero di cosa sarà la vita in Italia tra dieci anni. Arriva, invece, solo al 18% il dato di chi si dichiara incuriosito, seguito dall’8,2% di chi è indifferente e al timido 6% di chi, sul domani, si sente caricato come di fronte a una sfida.
Dati del genere, dunque, la dicono lunga sullo stato d’angoscia che regna all’interno del nostro Paese, con gli italiani che si sentono abbandonati dai canali di promozione sociale e quindi soli di fronte alle difficoltà della vita. Secondo il Censis, andrebbero quindi letti in questa prospettiva i 340 suicidi registrati in più nel biennio 2009-2011, rispetto a quello precedente, e l’aumento considerevole della vendita di psicofarmaci.