"Siamo l’unico Paese europeo (tra quelli i cui dati sono disponibili) - rilancia il sociologo Magatti - che investe meno dell’1% sul totale della spesa nazionale nell'istruzione superiore. E gli effetti di queste scelte si vedono sugli anni di istruzioni medi della popolazione italiana. Per queste ragioni, il Paese sembra non aver più futuro, patisce un tradimento di concretezza tra una percentuale troppo bassa di laureati, discipline sbagliate, insegnanti scoraggiati e una percentuale di neet (giovani che né studiano né lavorano) oltre il 20%"