Florìda: il parco strappato al degrado
Finalmente il parco Florìda, in via Regina Elena a Pescara, è stato strappato al degrado e riconquistato da bambini e famiglie. Merito della pulizia che, da alcuni mesi a questa parte, vede costantemente presente il personale dell’ufficio Giardini dell’amministrazione comunale che ha fatto diventare solo un ricordo i cumuli di bottiglie, carte e residui di cibo abbandonati un po’ ovunque da gruppi di persone, dall’aria poco raccomandabile, che bivaccano abitualmente nella centralissima area verde pescarese.
Merito anche dei volontari della sezione pescarese dell’Associazione nazionale Carabinieri in congedo i quali, organizzati in pattuglie appiedate di due componenti, dallo scorso 15 giugno hanno presidiato l’area giochi verde ogni pomeriggio, dalle ore 16 alle ore 20, proseguendo il servizio fino al prossimo 15 settembre: «La nostra presenza – ha spiegato Remo D’Angelo, vice presidente dell’Associazione nazionale Carabinieri in congedo di Pescara – è servita a preservare l’integrità degli arredi oltre ad evitare che i cani, che prima vagavano ovunque, abbandonassero l’area loro riservata. Inizialmente anche le persone, soprattutto stranieri, stazionavano sul prato sporcando, ma ora è tutto risolto».
E gli utenti ringraziano: «Prima – ha ricordato la signora Anna Catoni – il giardino era abbandonato, ma poi con l’arrivo di Vigili Urbani e Carabinieri in congedo la situazione è molto migliorata, soprattutto per il tipo di frequentazione». E tra i frequentatori più giovani non sono mancati lodevoli atti di sensibilità: «Qui veniamo spesso – ha raccontato il giovane Alessio, uno studente – e per questo io e i miei amici, in questi giorni, abbiamo voluto ripulirlo armati di guanti e buste». Ma se il parco Florìda è ora pulito, non si può dire altrettanto dell’area attigua, di proprietà privata, utilizzata come accesso al parco da via Regina Margherita: «Quell’area – ha spiegato Angelo Vernamonte, Lsu del Comune in servizio al Florìda – è ancora preda di personaggi che, di notte, vi si rinchiudono abbandonando ogni rifiuto».