Primo giorno di scuola: “Un grande momento di crescita”
Affrontare il primo giorno in classe lontano dalla famiglia, oppure rientrare a scuola dopo le vacanze può creare diversi problemi sotto l’aspetto ansioso. Infatti ricominciare l’attività didattica dopo essere stati inattivi per lunghi periodi, in alcuni casi mette a dura prova tanto il bambino, o il ragazzo se si tratta di scuola secondaria, quanto i suoi genitori: «Il suggerimento rivolto alla famiglia – ha spiegato Simonetta Gentile, responsabile di Psicologia clinica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – è considerare l’ingresso a scuola come un momento evolutivo molto importante per la crescita personale del bambino, che lo aiuta a consolidare la sua individualità e autonomia personale. Non a caso, il primo giorno di scuola sarà molto importante accompagnare il bambino in aula, così gli sarà presentato l’insegnante e il nuovo ambiente».
Un altro motivo d’ansia è poi rappresentato dal passaggio tra la scuola dell’infanzia e quella primaria: «In genere – ha precisato la dottoressa Gentile – l’adattamento avviene con naturalezza, ma se questo non si verifica si può comunque porre rimedio. Come? Spiegargli che si tratta di un “momento di crescita gratificante” e che in queste circostanze ci si comincia a sentire grandi». Ma un ulteriore consiglio, va dato anche agli insegnanti: «Evitare – ha aggiunto la responsabile di Psicologia clinica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù – di assegnare carichi di lavoro per tutta la settimana. Un’accortezza che va osservata soprattutto agli inizi».
Un altro fattore che, in aggiunta, può provocare ulteriori disagi è “la mancanza di amore per lo studio”. Per questo, va trasmesso il concetto che imparare cose nuove va considerato come un piacere, un valore: «Considerato che i bambini imparano mentre osservano ed imitano il comportamento dei genitori – ha riflettuto l’esperta -, questi debbono porsi come primo esempio. Sfogliare un libro o navigare in internet può essere un importante momento di condivisione e stimolo».
Infine, nel passaggio dalla scuola primaria a quella secondaria un ennesimo motivo d’ansia è considerato il bullismo. Si tratta, quest’ultimo, di un fenomeno in espansione che colpisce, particolarmente, i ragazzi in età compresa fra i 14 ed i 17 anni: «Spesso – ha concluso la psicologa Simonetta Gentile – nelle scuole superiori avviene per mezzo di un vero e proprio “rito di iniziazione”. In sostanza, si deve sottostare alla legge del più forte per poter essere lasciati in pace. Un problema “molto serio”, al quale si può rimediare cercando di non isolare gli artefici delle azioni, ma di riportarli all’interno del gruppo di classe, “coinvolgendoli”. A casa, invece, i genitori prestino massima attenzione ai segnali che provengono dagli stessi ragazzi una volta rientrati. Spesso il loro sguardo e il loro atteggiamento possono valere più di tante parole».