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“Anche il Papa si confessa ogni 15 giorni”

Lo ha rivelato ieri Papa Francesco, nel corso dell’udienza generale in Piazza San Pietro, spiegando l’importanza del sacramento della Confessione

«Anche il Papa si confessa ogni quindici giorni, perché il Papa anche è un peccatore». Lo ha rivelato ieri Papa Francesco, pronunciando la catechesi all’interno dell’udienza generale del mercoledì, il quale soffermandosi sulla necessità della mediazione del sacerdote per il perdono dei peccati ha aggiunto: «Il confessore sente le cose che io gli dico, mi consiglia e mi perdona. A volte capita di sentire qualcuno che sostiene di confessarsi direttamente con Dio – ha detto il Pontefice -: Dio ti ascolta sempre, ma nel sacramento della riconciliazione manda un fratello a portarti il perdono, a nome della Chiesa. Il servizio che il sacerdote presta come ministro, da parte di Dio, per perdonare i peccati è molto delicato ed esige che il suo cuore sia in pace, che non maltratti i fedeli, ma che sia mite, benevolo e misericordioso, che sappia seminare speranza nei cuori e, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse. Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo sacramento – ha ammonito il Santo Padre – dato che i fedeli penitenti hanno il diritto di trovare nei sacerdoti dei servitori del perdono di Dio. Anche questa è la nostra vita: continuamente rialzarci per riprendere il cammino».

I fedeli in piazza San Pietro

Il Papa ha poi usato la saggezza popolare per rispondere a chi sostiene di vergognarsi nel rivelare i proprio peccati: «Le nostre nonne – ha affermato il Pontefice -, le nostre mamme dicevano: è meglio diventare una volta rosso e non mille volte giallo. Dio non si stanca di perdonarci, e noi non dobbiamo stancarci di chiedere perdono, poiché Gesù ci chiama a vivere la riconciliazione anche nella dimensione ecclesiale, comunitaria. La Chiesa, che è santa e insieme bisognosa di penitenza, accompagna il nostro cammino di conversione per tutta la vita: la Chiesa non è padrona del potere delle chiavi, ma è serva del ministero della misericordia e si rallegra tutte le volte che può offrire questo dono. Tante persone oggi – denuncia il Papa – non capiscono la dimensione ecclesiale del perdono, perché domina l’individualismo, il soggettivismo.

Dio perdona ogni peccatore pentito, personalmente, ma il cristiano è legato a Cristo e Cristo è unito alla Chiesa: per noi cristiani c’è un dono in più e c’è anche un impegno in più: passare umilmente attraverso il ministero ecclesiale. Andare dal sacerdote per confessare i propri peccati, quindi, è una cura, è una protezione, è anche la sicurezza che Dio mi ha perdonato. Vado dal fratello sacerdote e sono sicuro in quel momento che Dio mi ha perdonato. E il protagonista del perdono dei peccati è lo Spirito Santo, che dona la pace, la gioia, la remissione dei peccati, la missione, ma prima di fare il gesto di soffiare e donare lo Spirito, quando gli apostoli sono riuniti nel cenacolo, nella sua prima apparizione da Risorto Gesù mostra le sue piaghe, nelle mani e nel costato: queste ferite rappresentano il prezzo della nostra salvezza».

Al termine dell’udienza, Papa Francesco ha quindi chiesto una preghiera silenziosa per le vittime dell’alluvione in Sardegna, seguita dalla recita dell’Ave Maria: «In questo momento – conclude il Papa, al termine dei saluti in lingua italiana – non possiamo non ricordare le vittime della recente alluvione in Sardegna: preghiamo per loro e per i familiari e siamo solidali con quanti hanno subito dei danni. Adesso facciamo una preghierina in silenzio e poi pregheremo la Madonna».

About Davide De Amicis (4360 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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